• Dormire bene in estate: come scegliere le lenzuola giuste

    Il momento del riposo è il più importante della giornata: dormire bene è un requisito fondamentale per il benessere psicofisico e per il rendimento nella nostra quotidianità. Il riposo è strettamente connesso alla scelta di materasso, lenzuola e cuscino: possiamo dire che gli elementi di biancheria da letto sono da selezionare con cura per ottenere un riposo all’altezza delle proprie aspettative e che ci dia la giusta carica per affrontare la giornata al nostro risveglio.

    Le lenzuola entrano direttamente a contatto con il corpo: la scelta dei materiali giusti, in questo caso, è prioritaria per comfort e salute. Le migliori lenzuola per un completo letto matrimoniale sono quelle realizzate a partire da tessuti naturali e traspiranti che riescono a limitare gli episodi di sudorazione eccessiva e a conservare la giusta temperatura corporea.

    In estate è bene puntare su lenzuola di lino o in percalle di cotone, mentre in inverno la scelta ricade su calde lenzuola di flanella: scopriamo come scegliere la biancheria da letto per riposare bene in ogni stagione.

    Lenzuola per regolare la temperatura corporea durante il riposo: flanella e misto lino

    Le lenzuola in flanella di cotone si adattano bene al periodo autunnale e invernale. Al tatto sono morbidissime e trasmettono un’immediata sensazione di calore: la flanella risulta un ottimo isolante termico, ideale per le notti più fredde, quando è importante limitare al minimo l’escursione termica tra il proprio corpo e il letto in cui si riposa.

    Per dormire bene sono consigliate anche le lenzuola in misto lino e cotone, che riescono a bilanciare bene l’assorbimento e il rilascio di umidità. Si tratta di biancheria da letto che va bene per la bella stagione, ma su cui puntare anche nei mesi invernali, se non si patisce particolarmente il freddo, magari in abbinamento ad una coperta più spessa. Chi non riesce a reggere le temperature troppo elevate dovrà scegliere lenzuola di cotone, semplice e leggero. In particolare il puro cotone, oltre ad essere un tessuto estremamente naturale, è il più indicato per resistere ai lavaggi frequenti, proprio quelli a cui va incontro la biancheria da letto quando si tende a sudare in estate.

    Lenzuola di alta qualità per un ottimo riposo: percalle e raso di cotone

    A partire dall’intreccio di fili di cotone si creano altri tessuti con cui viene confezionata la biancheria da letto. Il percalle di cotone regala alla pelle la sensazione di una carezza vellutata. La caratteristica principale delle lenzuola in percalle? La versatilità: riescono a regalare freschezza in primavera e in estate e il giusto grado di calore anche in autunno e in un inverno non troppo rigido.

    Il raso di cotone si caratterizza per la finitura lucida che lo rende simile alla seta, anche al tatto. Le lenzuola in raso si presentano come estremamente eleganti e raffinate, ideali per una camera da letto di gran classe. Il tessuto anallergico si adatta alla temperatura del corpo a seconda delle stagioni, risultando ideale sia in estate che nei mesi più freddi.

    Come valutare la qualità delle lenzuola per scegliere le migliori

    Ad incidere sul riposo, quindi, è la qualità delle lenzuola selezionate. Come riuscire a capire se ci troviamo di fronte a biancheria da letto di alta qualità? Sono diverse le caratteristiche da controllare, come la lunghezza della fibra da cui dipende lo spessore del filato: alla maggiore lunghezza delle fibre corrisponde un filato più sottile e pregiato.

    A fare la differenza ci pensano poi tessitura, trama, rifinitura e numero di fili del tessuto. Questo numero, noto con il nome di Thread Count (TC), si ottiene calcolando il numero di fili per centimetro quadrato o pollice quadrato di tessuto. Ad un numero più alto di fili corrisponde un tessuto più compatto e resistente, quindi di maggiore qualità che garantisce un riposo ideale.

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  • Cosa è il rattan e perché è perfetto per gli arredi esterni

    rattan arredo esterno

    La primavera in corso che prelude alle giornate estive è quel momento dell’anno nel quale si pensa a rispolverare, rimettere a nuovo e perché no anche a cambiare l’arredo giardino e tutti i complementi d’arredo esterni. Sin dagli anni ’40 dello scorso secolo ha fatto la sua comparsa in Italia un materiale naturale e sino ad allora sconosciuto come il rattan: molto simile alle fibre in vimini, rispetto a quest’ultimo offre però una maggiore resistenza e per questo è stato subito apprezzatissimo per la realizzazione di complementi d’arredo da esterni. È proprio in questo tipo di ambienti che per la produzione di poltroncine, divani e divanetti ma anche di sedie o tavolini ha trovato una perfetta applicazione per la capacità dell’arredamento in rattan di combinare l’eleganza e la semplicità del materiale, forte di un suo aspetto così naturale, con una predisposizione a resistere sia all’azione del sole battente che dell’acqua. Ma sai esattamente di cosa stiamo parlando quando usiamo questo termine, e cosa è il rattan? Cercheremo di spiegarlo nella maniera più semplice possibile perché non tutti hanno le idee chiarissime in merito.

    Le caratteristiche del rattan

    Il rattan e le sue resistenti fibre, utilizzate già nell’antichità per realizzare diversi tipi di oggetti di uso quotidiano, ha origine dalle foreste tropicali di tutta la fascia africana, asiatica e sudamericana, e non c’è una sola pianta dalla quale si ricava. La scoperta della sua elasticità accoppiata alla resistenza ha presto rivelato l’opportunità di sfruttarlo per realizzare anche l’arredamento degli ambienti esterni proprio per queste sue virtù che nel nostro paese si sono diffuse, come accennato in precedenza, relativamente tardi. Tra le particolarità e le curiosità che riguardano questa pianta c’è la sua origine: ad oggi non esistono piantagioni e coltivazioni controllate ed organizzate, e tutte le fibre derivano da piante spontanee e selvatiche.
    Se abbiamo chiarito alcune delle sue proprietà vediamo ora quali sono i concreti vantaggi di scegliere il rattan.

    Perché scegliere arredi in rattan?

    Uno degli eccezionali vantaggi delle fibre del rattan è la loro leggerezza unita a flessibilità e malleabilità che le rende molto facili da lavorare e da intrecciare. Il motivo principale che ne ha però decretato il successo e l’apprezzamento è la resistenza estrema non solo all’umidità, il che impedisce la formazione di muffe o il rigonfiamento delle fibre come accade con altri materiali esposti alle intemperie, ma anche la capacità di resistere ai raggi UV mantenendo inalterato l’aspetto senza scolorire quando esposto alla luce diretta del sole. Il tutto si traduce in eccezionali risultati anche estetici oltre che pratici per disporre nel proprio giardino o terrazzo all’aperto dei complementi d’arredo per esterni quali sedie, poltroncine, divanetti ma anche tavoli e tavolini. Ci sono alcuni particolari criteri da rispettare per la sua regolare manutenzione e pulizia ma non sono più impegnativi rispetto a quelli di altri materiali; l’importante è conoscere tramite una scheda tecnica allegata al prodotto che si acquista le corrette modalità, senza trascurare che il rattan si presta anche molto bene ad essere trattato con appositi impregnanti e vernici per essere dipinto nelle tonalità che si preferiscono in base al contesto ed al tipo di arredo.

    Come scegliere gli arredi in rattan

    Proprio l’estrema versatilità del rattan sin qui descritta lo rende ideale per elementi e complementi di arredo giardino in stili diversi, da quelli più semplici e minimali sino a quelli più elaborati in stile provenzale dall’aspetto raffinato ed elegante, sempre a patto di orientarsi sul rattan naturale e non sulla sua variante sintetica, definita polyrattan, più economica ma anche meno rifinita.
    In un giardino fiorito con tanto di pergolato un salottino in rattan in stile provenzale valorizzerà tutto l’insieme specie se in un colore tendente al beige abbinato a dei cuscini chiari, mentre chi ha optato per uno stile più moderno come nel caso di una veranda troverà diverse soluzioni dalle linee più essenziali che meglio sposano una simile ambientazione da completare con diversi elementi d’arredo in tinte vivaci e di tendenza. Per i cuscini a corredo è sempre preferibile orientarsi su modelli rivestiti in tessili allo stesso tempo impermeabili e con delle buone proprietà antimacchia.

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  • Cos’è il lavaggio di fine cantiere?

    Quando si ristruttura un appartamento e tra le diverse operazioni si affida ad un’impresa edile anche la sostituzione di pavimenti e rivestimenti con nuove superfici ceramiche è assolutamente fondamentale per la buona riuscita e per il migliore risultato estetico finale che venga compiuta la pulizia di fine posa, detta anche lavaggio di fine cantiere. In cosa consiste di preciso, perché è così importante e perché a volte l’operazione viene sottovalutata? Cercheremo di fare maggiore chiarezza con dei consigli molto utili.

    Perché è importante il lavaggio di fine cantiere?

    Effettuare il lavaggio di fine cantiere significa rimuovere tutti i residui della posa delle piastrelle: l’operazione va in realtà compiuta anche durante la posa stessa per alcune tipologie di materiali, ma soprattutto è essenziale a cantiere ultimato procedere con una accurata rimozione di ogni tipo di residuo o stucco cementizio. Il tutto si effettua attraverso un lavaggio acido vero e proprio utilizzando solo prodotti professionali che un esperto posatore conosce bene e che rispettano i diversi materiali: questo passaggio facilita la successiva manutenzione ordinaria delle superfici, perché altrimenti resterebbero degli aloni e delle tracce difficili da spiegare e anche da rimuovere con i detergenti comuni.
    C’è purtroppo una diffusa e sgradevole abitudine nell’omettere questo passaggio, limitandosi alla sola pulizia necessaria metro dopo metro durante la fugatura: la pulizia o lavaggio di fine cantiere passa in secondo piano, viene trascurata a volte per accelerare i tempi perché ci sono altri professionisti che devono intervenire nella ristrutturazione oppure per incuria, eppure esiste una precisa normativa in merito!

    A chi spetta il lavaggio di fine posa?

    Esiste infatti una precisa normativa a regolamentare questo settore: come segnala sul suo sito Assoposa (Associazione Nazionale Imprese di posa e Installatori di piastrelle) la norma UNI 11493 disciplina tutti i passaggi della posa delle piastrelle ceramiche, sia in fase di progettazione ed installazione che nelle fasi immediatamente successive. Tale norma stabilisce con estrema chiarezza che la pulizia finale spetta al posatore, che non può e non deve esimersi dal compierla. Ometterla significa consegnare al cliente finale un lavoro non completo, e soprattutto senza che questo raggiunga il livello qualitativo atteso né possa mantenerlo a lungo nel tempo.
    Certo, esistono dei rimedi a questo comportamento che a volte è persino in buona fede, ma questi consistono nel rivolgersi ad apposite imprese di pulizia specializzate che conoscono i prodotti e le modalità di intervento, ma con un’inevitabile nuova voce di spesa. A tal proposito quindi suggeriamo a chiunque abbia in preventivo una ristrutturazione con posa di nuove piastrelle di chiarire fin dall’inizio questo aspetto con i posatori ai quali verrà commissionato il lavoro, menzionando la norma di settore.

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  • I consigli per una casa più efficiente e per risparmiare energia

    Anche a livello domestico negli ultimi tempi è molto cresciuta l’attenzione verso l’ambiente e verso la sostenibilità, che per un appartamento vanno a coinvolgere le prestazioni che lo rendono più efficiente dal punto di vista energetico. Ci sono tanti piccoli e grandi accorgimenti che possono essere messi in pratica per risparmiare energia e migliorare le prestazioni energetiche di un immobile, e negli ultimi mesi questo tema ha assunto un rilievo ancora maggiore a causa del costante ed insostenibile aumento dei prezzi dell’energia, sia quella elettrica che quella generata dal gas.
    Giunti a tal punto è evidente che rendere la casa ecosostenibile non è più rimandabile, con vantaggi non solo per l’ambiente dato che vengono ridotte le emissioni inquinanti ma anche per risparmiare energia per abbattere i costi e i consumi in bolletta.

    risparmiare energia

    Cosa si intende per risparmio energetico?

    Cosa significa realmente ed in termini concreti il concetto di risparmio energetico? Non tutti hanno ben chiaro quali sono i parametri e i comportamenti che influiscono sull’efficienza e dunque sui minori consumi di una casa. Al fine di accrescere l’efficienza ci sono anche degli atteggiamenti virtuosi che chiunque e con il minimo sforzo può mettere in pratica anche prima di intervenire con specifiche opere di ristrutturazione e riqualificazione: parliamo di comportamenti volti e finalizzati a limitare i consumi e risparmiare energia.

    Come aumentare l’efficienza con piccoli trucchi

    Piccoli trucchi e stratagemmi alla portata di tutti vanno messi in atto nel quotidiano e concorrono ad un contenimento del consumo di elettricità e di gas sia per il riscaldamento che per ogni altra attività domestica.
    Relativamente all’elettricità, ad esempio, su può fare quanto segue:

    • Usare multiprese con interruttore per non mantenere in stand-by diversi apparecchi elettrici: il piccolo led luminoso che resta acceso ha un consumo che, seppur minimo, si fa sentire nel lungo periodo.
    • Sostituire tutte le lampadine di casa con quelle a LED e a risparmio energetico, che consumano fino all’80% in meno con una resa addirittura superiore a tutte le altre lampadine tradizionali.
    • Privilegiare ogni volta che è possibile l’illuminazione naturale, anche ristudiando l’organizzazione e la disposizione delle stanze e degli arredi.
    • Installare dove necessario dei dimmer, che al costo di pochi euro sono piccoli strumenti che permettono di regolare l’intensità della luce emessa dalle lampadine.
    • Privilegiare al momento della sostituzione tutti gli elettrodomestici più moderni e dalla classe energetica più elevata, un investimento che abbatte i consumi e viene quindi facilmente ammortizzato.
    • Prestare attenzione alle condizioni del proprio contratto di fornitura, così da mettere in funzione gli elettrodomestici che consumano di più solo nelle fasce orarie più convenienti.

    Per il risparmio sotto il profilo termico, invece, i piccoli accorgimenti iniziali per risparmiare energia sono:

    • Aumentare l’effetto barriera durante la notte, abbassando sempre le tapparelle e serrando le imposte così da trattenere il calore.
    • Installare un termostato intelligente e di ultima generazione, un intervento poco costoso ma che consente di gestire l’accensione del riscaldamento solo quando è realmente necessario ed evitando così ogni tipo di spreco.
    • Fare un’attenta verifica di tutti gli eventuali spifferi o fessure presenti in prossimità degli infissi, così da isolare meglio l’appartamento.
    • Laddove possibile, privilegiare infissi a doppio o triplo vetro così da opporre la migliore barriera alla fuga di calore: anche questo è un investimento che ripaga nel tempo.

    Quanto consumiamo, e come risparmiare energia?

    L’unico strumento per conoscere quali sono i reali consumi di un appartamento e quale sia la sua reale efficienza energetica è l’Attestato Di Prestazione Energetica APE, il documento che descrive le caratteristiche dell’immobile in questione e che dal 2013 è stato reso obbligatorio in special modo quando si deve vendere casa. Nel momento in cui si conoscono i livelli di prestazioni della propria casa, infatti, diventa molto più semplice sapere dove e come intervenire per migliorarne l’efficienza fino alla riflessione sull’installazione di un sistema isolante a cappotto, una strada da percorrere anche per aumentare il valore dell’immobile stesso prima di venderlo.
    In più, per aumentare il risparmio energetico di casa si consiglia sempre di fare una attenta verifica, magari facendosi seguire da un consulente esperto, sui bonus e sulle agevolazioni fiscali in vigore che consentono di coprire ed ammortizzare le spese con enormi vantaggi per tutti i consumatori.

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  • Il piano cottura: a gas oppure a induzione?

    È risaputo ed è molto più di un banale luogo comune che per gli italiani cucinare è quasi un’arte sacra: ciò non vuol dire che tutti amino trascorrere ore ai fornelli, ma che nel nostro paese c’è comunque un innegabile attaccamento a tradizioni culinarie di diverso tipo, e che coinvolgono anche gli strumenti e non solo cibi, pietanze, ingredienti.
    Quando si tratta di allestire la nuova cucina per la casa dove si andrà a vivere per la prima volta, oppure quando si deve ristrutturare quella che già si possiede, capire quale sia la scelta migliore tra un tradizionale piano cottura a gas e uno più innovativo a induzione è una scelta rilevante.
    Sono oggi queste le due principali opzioni offerte dal mercato, e per capire se sia meglio il piano cottura a gas oppure uno a induzione va fatta chiarezza sui loro principi di funzionamento e sulla reale capacità di queste due varianti di soddisfare le esigenze degli utilizzatori.

    piano cottura gas o induzione

    Come funzionano i piani cottura a gas o a induzione?

    In altre parti del mondo i piani cottura a induzione stanno per gradi soppiantando quelli di vecchia scuola a gas, mentre in Italia c’è ancora una certa dose di diffidenza verso la nuova tecnologia dovuta anche alla scarsità ma soprattutto all’inesattezza delle informazioni di cui si dispone.

    Il piano cottura a gas

    Il piano cottura a gas è generalmente in acciaio, ma non mancano versioni smaltate, in vetroceramica oppure ancora in vetro temperato: su di esso sono posizionati i bruciatori dai quali fuoriesce la fiamma, di solito equipaggiati con un sistema di sicurezza che interrompe l’erogazione del gas se la fiamma si spegne. Sulle griglie in ghisa o acciaio si posizionano le pentole o le padelle, mentre l’accensione avviene attraverso manopole che attivano il flusso del gas verso ogni singolo bruciatore e contemporaneamente fanno scattare una minuscola scintilla che innesca il fuoco.

    Il piano cottura a induzione

    I piani cottura a induzione sono realizzati sempre in vetroceramica e si presentano come superfici piatte, lisce ed uniformi, con dei comandi touch alimentati da corrente elettrica. Il principio di funzionamento si basa sulla generazione di un campo elettromagnetico che si trasforma in calore a contatto con il fondo della pentola, in maniera circoscritta a quella sola area. Tutto ciò che è necessario è proprio che le pentole abbiano un fondo ferroso magnetico.

    Gli aspetti critici risolvibili del piano cottura a induzione

    Uno degli inconvenienti che a volte condizionano la scelta di un piano cottura a induzione è proprio la necessità di dover disporre di un set o batteria di pentole che sia realizzato ad hoc, idoneo per questo dispositivo di cottura in cucina, perché una vecchia batteria di tipo tradizionale e senza l’indispensabile fondo ferroso magnetico non sarebbe più utilizzabile una volta compiuto il passaggio.
    Se si deve arredare casa da zero, però, il problema non si pone ed i prezzi di pentole e padelle anche di ottima qualità e idonee per i piani cottura a induzione sono più che ragionevoli. Il secondo dei timori è rappresentato dal costo, che è mediamente più elevato rispetto a un piano cottura tradizionale a gas, tuttavia si tratta di un investimento che come vedremo in un successivo paragrafo permette di ammortizzare l’esborso iniziale. Infine vanno considerati i consumi elettrici, dal momento che quasi sempre in previsione dell’installazione di un piano cottura a induzione si consiglia di abilitare l’impianto elettrico ad un consumo maggiore dei canonici 3.0 kW, portandolo a 4,5 kW: l’adeguamento del contratto presso il fornitore di energia elettrica si rende indispensabile se si usano ad esempio condizionatori o scaldabagno elettrici, ma anche un semplice phon di elevata potenza da 2000 W è in grado di creare problemi. Anche in tal caso ci sarà un esborso iniziale una tantum che dipende dalle condizioni contrattuali ma che verrà nel tempo largamente ammortizzato.

    Perché un piano cottura a induzione è preferibile?

    Ci sono indubbi e indiscussi vantaggi derivanti dall’uso di un piano cottura a induzione, e che vanno anche oltre il suo aspetto estetico così avveniristico. Quest’ultimo fattore, in special modo in una cucina moderna, non è da sottovalutare perché una lastra in speciale materiale vetroceramico temperato totalmente piatta, liscia ed antigraffio e generalmente nera aggiunge un tocco di design elegante e minimalista che valorizza l’intero progetto della cucina. C’è inoltre la praticità delle operazioni di pulizia, che raggiunge livelli impensabili e per i più “pigri” davvero allettanti, specie se comparati ai piani di cottura tradizionali. Siamo in un altro mondo letteralmente: nessun ostacolo, nessuna griglia, nessun bruciatore da pulire, solo una uniforme lastra liscia per la quale il più delle volte è sufficiente un panno umido con ben poco detergente, con un considerevole risparmio di tempo e fatica.

    Vantaggi reali in termini di consumi

    Abbiamo fin qui parlato dei vantaggi da classificare sotto il profilo estetico e sotto quello pratico: vogliamo finalmente entrare nel cuore della faccenda spiegando a chi ancora avesse perplessità connesse al maggior consumo di energia elettrica, un tema attualissimo nell’epoca di forti rincari che stiamo attraversando, che un piano cottura a induzione consuma sì energia elettrica ed anche un bel po’, ma lo fa per molto meno tempo rispetto al consumo di gas necessario per compiere la stessa identica operazione.
    L’ebollizione dell’acqua, per fare l’esempio più comune, si raggiunge in meno di 3 minuti, e ciò dipende in sostanza dalla tabella comparativa che qui riportiamo in estrema sintesi facendo riferimento ai 3 parametri chiave: la potenza assorbita, la potenza in pentola, la resa.

    • Un fornello elettrico di vecchia generazione assorbe 2000W ma porta in pentola appena 1100W con una resa del 55%.
    • Ancora più bassa è la resa del fornello tradizionale a gas se calcolata in watt, perché si parla di potenza assorbita di 2000W ma dello scarico in pentola di appena 1000W, appena il 50%.
    • Un piano cottura a induzione assorbe invece una potenza in questo caso realmente elettrica di 1200W ma in padella fa arrivare ben 1100W, con una eccezionale resa pari al 90% di quanto assorbito: niente male no, in tempo di controllo degli sprechi!

    I vantaggi concreti sul risultato finale: la cottura

    Scopo di un piano cottura è, nemmeno a dirlo, offrire delle buone prestazioni per la preparazione dei cibi e delle pietanze attraverso la loro migliore cottura. I “pro” che fanno preferire l’induzione non sono connessi solo con la maggiore rapidità ma anche con la possibilità di regolare agevolmente la temperatura e soprattutto di mantenerla costante, un fattore che gli chef e gli intenditori più esigenti reputano indispensabile per un risultato all’altezza delle aspettative. Vogliamo poi trascurare la sicurezza, un ulteriore fattore chiave in un ambiente “pericoloso” come la cucina? A surriscaldarsi sono soltanto il fondo della pentola o della padella utilizzata, mentre l’area circostante al di fuori del cerchio ben impresso sulla vetroceramica resta fredda ed il rischio di scottature è pari a zero. Inoltre qualsiasi rischio collegato ad eventuali fughe di gas, o per tubature e raccordi difettosi o per spegnimenti accidentali della fiamma in assenza di un blocco dell’erogazione è del tutto eliminato a monte.

    Valutare i reali consumi energetici

    Sappiamo che i prezzi di gas ed energia elettrica variano molto sensibilmente da gestore a gestore e che sono soggetti in questo contingente periodo a fluttuazioni che stanno sollevando più di una preoccupazione. Calcolare quanto possa realmente incidere in termini di denaro il maggiore consumo di energia elettrica (ma per meno tempo) rispetto alla compensazione data dall’azzeramento del consumo di gas per la cottura non è facile, anzi. Non è detto che un piano cottura a induzione sia più dispendioso rispetto ad uno a gas, anzi: proprio l’accelerazione dei tempi di cottura potrebbe essere un fattore che porta a risparmiare, anche sulla base del contratto che si è stipulato. Molto utile può essere effettuare un confronto tramite l’apposito strumento messo a disposizione online dall’ARERA, l’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente.

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  • Come rendere una casa energeticamente efficiente?

    Secondo una massima elaborata dal celebre architetto Le Corbusier nel 1923 e contenuta nel suo manuale teorico Vers une architecture, “Una casa è una macchina per abitare.”
    Tale frase sintetizzava alcuni principi tecnici e teorici fondamentali nella sua visione professionale, e nonostante sia trascorso quasi un secolo dalla sua enunciazione alcuni di essi sono ancora più che attuali.
    Con un’opportuna revisione e una necessaria contestualizzazione il concetto di “macchina” infatti è divenuto oggi cruciale per stabilire la massima armonia tra tutte le componenti della casa le cui funzioni devono essere in sinergia tra di loro, come in un meccanismo perfetto, per raggiungere la migliore efficienza energetica senza penalizzare ed anzi enfatizzando il comfort di chi vive tra le mura domestiche.
    Stiamo attraversando un’epoca contraddistinta da forti e spesso insostenibili rincari dei costi per l’energia, che sia essa quella derivante dall’elettricità o dal gas, ed allo stesso tempo non è più rimandabile l’attenzione che tutti, dagli utilizzatori finali agli operatori edili, devono prestare al criterio dell’ecosostenibilità e dell’efficienza energetica degli involucri domestici.

    Gli strumenti per arrivare all’efficienza energetica

    Vediamo nei prossimi paragrafi i principi chiave per rendere una casa al tempo stesso efficiente sotto il profilo energetico, green e compatibile con l’ambiente, parsimoniosa nella riduzione degli sprechi.

    La casa come involucro termico

    La casa ha bisogno di essere isolata dall’ambiente circostante attraverso un appropriato involucro termico, realizzato con la massima cura e facendo in modo che tutte le pareti dell’edificio siano omogenee e provviste di una adeguata trasmittanza.
    La tecnologia costruttiva impiegata potrà trarre vantaggi dai materiali di conducibilità inferiore per ottenere gli stessi risultati con spessori minori, anche sfruttando i nuovi ritrovati che consentono di non sacrificare i volumi interni: il tutto tenendo però sempre conto di tutto l’insieme, ossia dell’isolamento controterra e anche di quello verso locali non riscaldati.

    Un involucro termico con buona tenuta all’aria

    Affinché un edificio sia efficiente dal punto di vista energetico deve avere una buona tenuta all’aria, ossia essere esente da punti attraverso i quali l’aria possa uscire ed entrare liberamente. L’obiettivo non è certo quello della totale impenetrabilità o di una tenuta stagna, ma quello di eliminare le dispersioni di calore, da tenere in considerazione fin dalla fase progettuale. Va dunque valutata la continuità e l’omogeneità di tutti gli elementi ed allo stesso tempo devono essere scelti i materiali ed i sistemi di posa più idonei. C’è uno specifico esame, chiamato Blower Door Test, che ha lo scopo di verificare la quantità di aria che entra ed esce dall’edificio chiuso quando si verifica una differenza di pressione tra interno ed esterno.

    Serramenti a triplo vetro

    Parte essenziale e componente integrante dell’involucro termico sono i serramenti, che contribuiscono alle prestazioni complessive dell’intero edificio. Ovviamente la loro funzione è anche quella di garantire il passaggio della luce naturale, per cui la loro ampiezza è un fattore positivo, tuttavia devono contemporaneamente essere in grado di evitare fenomeni legati al surriscaldamento estivo con appositi sistemi di ombreggiatura. A seconda dell’orientamento geografico delle diverse aperture ci sono caratteristiche che un buon progetto architettonico deve sempre tenere nella massima considerazione per essere definito moderno, e tra queste ci sono la trasmittanza delle vetrate, la loro bassa emissività e la quantità di calore che lasciano passare. Per queste ragioni vanno favoriti i serramenti a triplo vetro perché il maggiore investimento necessario verrà nel tempo ricompensato non solo dal comfort ma anche dal risparmio energetico; il tutto è però valido solo a patto di procedere con una posa a regola d’arte, con guarnizioni a buona tenuta e la massima cura nell’approntare il nodo di collegamento tra parete e serramento stesso, laddove il telaio deve quindi essere perfettamente sigillato.

    Riduzione dei ponti termici

    Gravi danni agli appartamenti ed una scarsa resa dell’involucro termico cui accennavamo sono poi causati dagli errori di progettazione che permettono la formazione dei ponti termici a causa di punti dell’edificio meno isolati termicamente rispetto al resto. Ciò può accadere quando ad esempio un davanzale posto davanti ad una finestra non è correttamente sigillato, o con altri elementi che penalizzano la tenuta all’aria. Quando si genera un ponte termico tra esterno ed interno avviene un puntuale abbassamento della temperatura interna, il che può potenzialmente generare condense superficiali in corrispondenza dei “difetti”. Molto spesso ciò accade proprio in prossimità di finestre e balconi, veri punti deboli sotto questo aspetto, ed è proprio lì che si generano oltre ad una sensibile riduzione del comfort abitativo anche un accresciuto rischio della formazione di muffe.

    La ventilazione meccanica controllata

    Il corretto e sempre necessario ricambio dell’aria negli ambienti domestici non può essere di certo evitato, e se un involucro termico è realizzato a regola d’arte siamo noi stessi a doverlo consentire manualmente con la periodica apertura delle finestre. Per quanto possa essere sotto certi aspetti gradevole in determinati momenti dell’anno, quelli caratterizzati da freddo più intenso o da caldo torrido, la casa non può di certo essere sigillata 24 ore su 24!
    Una validissima alternativa all’intervento manuale di apertura e chiusura delle finestre è rappresentato dagli avanzati sistemi o impianti di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) i quali offrono l’impareggiabile vantaggio di mantenere elevata la qualità dell’aria indoor che respiriamo, filtrando quella proveniente dall’esterno, e favorendo per l’appunto un suo costante e continuo ricambio. In più i sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata più all’avanguardia oggi disponibili permettono anche il recupero di una gran parte del calore presente nell’aria che viene espulsa: tale calore viene sfruttato per riscaldare l’aria che proviene da fuori abbassando così i costi per il riscaldamento domestico.

    Conclusioni sul sistema energetico efficiente per la casa

    Il concetto di casa come macchina per abitare al quale abbiamo accennato in esordio, sebbene sia stato enunciato con altri intenti, è attualissimo: una casa ad alta efficienza energetica con un sistema integrato di dispositivi, progettazione e costruzione è sempre più una vera necessità per preservare l’ambiente e le risorse di cui disponiamo e per contenere i costi correlati all’energia.
    Del resto, il costo totale di un edificio è rappresentato solo per il 30% dai costi di costruzione, mentre la restante parte è costituita dai suoi costi di gestione. Armonizzare tutte le diverse necessità abitative, architettoniche, quelle relative alla sostenibilità e perché no anche quelle estetiche è possibile, e deve essere il primo punto in agenda di qualsiasi progettista e professionista del settore edilizio, in ogni branca di cui esso è composto, quando si accingono a stilare un nuovo progetto.

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  • Guida alla scelta della vernice ideale per le pareti

    Hai deciso di rinnovare le pareti di casa con una nuova tinteggiatura, ma sei indeciso su quale sia la vernice più adatta? Questo nostro articolo ti aiuterà a sciogliere il dilemma, perché è vero: non è sempre facile sapere quale sia la più idonea, in quanto la scelta non è condizionata solo dal gusto estetico e dalle esigenze ma anche dal tipo di supporto che devi verniciare e dall’ambiente oggetto di riqualificazione.
    Questa sarà dunque una sintetica e schematica guida di aiuto nella scelta della pittura per interni che si concentrerà sulle tipologie più diffuse ed adoperate in circolazione, descrivendone le proprietà, le caratteristiche e gli usi specifici consigliati.

    Quali sono i tipi di vernice?

    Per rinfrescare e rinnovare le pareti della tua casa ed ottenere così dei nuovi effetti carichi dell’atmosfera che desideri anche sotto il profilo cromatico, ma che allo stesso tempo siano funzionali alla migliore e più duratura resa nel tempo in base all’ambiente che devi verniciare, le opzioni principali di pitture per interni sono sostanzialmente tre: la pittura traspirante, la pittura lavabile e la pittura a smalto o smalto murale.

    Pittura traspirante

    La principale caratteristica della pittura traspirante è quella di non trattenere l’umidità nella parete e di conseguenza è la più idonea per l’applicazione in ambienti soggetti a fenomeni di umidità: basti pensare a cantine o garage, ma per restare nell’ambito domestico ovviamente al bagno.
    Spazi di casa che abbiano tali condizioni vanno trattati sempre con una pittura traspirante che riesce ad evitare che il muro trattenga l’umidità, ma non è da sola in grado di risolvere problemi legati a muffe e forti fenomeni di condensa per i quali sarà necessario utilizzare dei prodotti aggiuntivi e specifici, appositamente formulati, con i quali trattare preventivamente il fondo da verniciare.
    Tra i grandi vantaggi assicurati dalle pitture traspiranti per interni in commercio c’è tra l’altro il loro elevato potere coprente in grado di mascherare piccole macchie o imperfezioni, e l’ottimo punto di bianco che è di ausilio per ottenere pareti molto luminose.

    Pittura lavabile

    Accanto alle pitture traspiranti, l’altra grande famiglia di decori e colori per le pareti di casa è quella delle pitture lavabili. Il nome non deve trarre in inganno, non implica che tutte le eventuali macchie possano essere rimosse, tuttavia il loro più elevato contenuto di resine fa sì che le pareti abbiano una maggiore resistenza allo sporco ed allo strofinamento. Una pittura lavabile è generalmente destinata ad un ambiente più complesso da verniciare e che richieda dei maggiori livelli di manutenzione in quanto è più facilmente soggetto a macchiarsi, basti pensare a locali di passaggio quali scale, corridoi o ingressi oppure alla stessa cameretta dei bambini, anche se in tal caso andrà prestata attenzione all’osservanza della Direttiva europea di riferimento 2004/42/CE affinché la vernice sia sicura e priva di elementi volatili.
    Una pittura lavabile è in molti casi anche permeabile al vapore acqueo, per cui offre buone doti di traspirazione delle pareti, e molto spesso la si trova in commercio anche nella più gradevole finitura opaca che conferisce maggiore fascino alle pareti.
    Qualora si desideri invece un maggior grado di lavabilità è preferibile orientarsi su uno smalto murale, oggetto del prossimo paragrafo.

    Smalto murale o pittura a smalto

    Uno smalto murale è la pittura da interni con il più grado di lavabilità ed è pertanto la soluzione in assoluto preferibile laddove si preveda di dover spesso rimuovere macchie dalle pareti anche con l’uso di detergenti. È ad esempio indicatissimo farne uso per le pareti della cucina dove queste non sono rivestite da piastrelle, ma anche le aree esposte a frequente passaggio come i corridoi scolastici o quelli ospedalieri sono il suo campo di elezione perché parliamo di zone che devono di continuo essere sottoposte a procedure di accurata igienizzazione.
    Uno smalto murale viene definito anche pittura superlavabile e garantisce una alta copertura, totale resistenza allo sporco ed anche una maggiore durata nel tempo.

    Considerazioni su tinte e colori

    Adesso che hai le idee più chiare circa i diversi tipi di pitture murali tra i quali scegliere secondo la destinazione d’uso degli ambienti, qualche considerazione finale vogliamo spenderla anche in merito alla resa estetica, perché se è vero che le vernici fin qui descritte vengono proposte nel classico bianco di base, quasi sempre è possibile con gli appositi processi tintometrici ottenere le varianti cromatiche che meglio ti soddisfano e che valorizzano ogni singola stanza.
    È naturalmente a tua disposizione una vastissima gamma di sfumature, per cui in questo caso entra in gioco solo il tuo gusto personale insieme però ai migliori trucchi per scegliere i colori giusti per le pareti di casa in base al tipo di arredamento, all’esposizione della stanza alla luce naturale ed anche tenendo in considerazione le attività cui essa è destinata.

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  • Cos’è la temperatura della luce e come sceglierla per la casa

    Si sente spesso parlare, sia in architettura che nel più specifico settore del lighting design, di temperatura della luce. Cosa significa esattamente, e come si misura? Cercheremo di fare chiarezza su questo tema cruciale tra le scelte per l’arredamento della tua casa, indirizzandoti con alcune dritte.


    Come si misura la temperatura della luce?

    La temperatura della luce viene anche chiamata temperatura di colore, e caratterizza le diverse fonti luminose sia artificiali che naturali. Essa viene misurata con l’unità Kelvin, abbreviata in K: ad un numero più basso corrisponde una luce calda e tendente al giallo, mentre man mano che si sale nella scala si raggiunge una luce più fredda e più chiara. Sulla base di questo schema fino ad ora abbastanza semplificato puoi però già farti un’idea di come sia fondamentale, per i diversi ambienti della tua casa, disporre le lampadine e le sorgenti luminose più appropriate a seconda della loro destinazione d’uso. Per non commettere errori devi conoscere a fondo la differenza tra luce calda, luce neutra e luce fredda.

    Differenza tra luce calda, neutra e fredda

    Basandosi per l’appunto sulla scala dei gradi Kelvin è possibile comporre uno schema di riferimento così articolato:
    Luce calda – Si classifica come luce calda una fonte luminosa con temperatura di colore compresa tra i 2700K e i 3500K, con delle sfumature che vanno dal rosso al giallo fino all’arancione ricomprendendo però tra esse anche il bianco.

    Luce neutra – È invece neutra una luce con temperatura compresa tra i 3500K e 5300K. Questo tipo di luce ha un colore tendente soprattutto verso il bianco.

    Luce fredda – Quando la temperatura di colore supera i 5300K si parla infine di luce fredda, una cui classica tonalità assume sfumature tra l’azzurro e il blu. Un’idea di riferimento è quella della temperatura di 6000K, in genere associata al colore del ghiaccio.

    Le temperature di colore ideali per gli ambienti di casa

    In passato le decisioni da prendere in merito alle lampadine erano ben poche: tipo di attacco, forma e consumo energetico in Watt. Oggi la rivoluzione apportata al settore dalla tecnologia a LED, oltre a garantire sensibili risparmi energetici grazie al minore consumo, permette di scegliere praticamente di tutto in termini di temperatura del colore, così da dare vita ad ambienti differenziati e confortevoli nei quali le sorgenti luminose sono calibrate su misura delle esigenze.
    Si può facilmente optare, recandosi in un negozio specializzato in articoli elettrici e per l’illuminazione che sia ben fornito, per luci più calde e rilassanti con temperature fino ai 3000K, mentre chi voglia una tonalità più fredda e tendente al bianco si dovrà orientare su valori dai 4000K in su. La scelta di gradazione per queste fonti luminose dipende dall’ambiente e quali azioni si svolgono in esso, senza dubbio, ma anche dai gusti personali, ma per farti un’idea di massima riassumiamo qui le principali aree della casa, quali luci scegliere per arredarle e i valori indicativi consigliati.

    • Zona living e soggiorno – Per la tua zona living la luce ideale è un bianco molto caldo e rilassante, per favorire la convivialità, creare la giusta atmosfera e anche farti distendere senza forti stimolazioni: meglio orientarsi su una temperatura inferiore ai 3300K. Guardare la TV, conversare in compagnia, o anche consumare delle cene romantiche con il partner sono tutte attività che riescono meglio in uno scenario più soft, anche se grazie alle lampade dimmerabili è comunque possibile regolare l’intensità sulla base dei propri gusti o delle necessità del momento. Fa eccezione solo il caso in cui nel salotto tu abbia previsto un’area dedicata alla lettura oppure una piccola postazione studio o di lavoro, per le quali si consiglia di installare una lampada da tavolo o da pavimento di intensità leggermente superiore per favorire la concentrazione.
    • La cucina – La cucina è un luogo molto frequentato della casa ed anche molto vissuto, essendo dedicato non solo alla preparazione dei cibi ma spesso anche a pranzi e cene consumati in famiglia. Anche in questo caso si raccomanda quindi di comporre con la temperatura delle luci uno scenario caldo, accogliente e conviviale, senza eccedere anche per favorire l’appetito, tuttavia ci sono alcuni aspetti da sottolineare. La soluzione perfetta è quella di una fonte luminosa centrale come un lampadario o una plafoniera che illumini il tavolo, mentre nell’area destinata alla preparazione dei cibi e per la quale servono maggiore concentrazione e attenzione è più opportuno indirizzare delle luci neutre o fredde come quelle generate da appositi faretti.
    • La camera da letto – Nella camera da letto, per ovvii motivi, la rilassatezza deve essere la parola d’ordine e farla da padrona: una scala che vada da 2700K a un massimo di 3300K è quindi l’unica appropriata, anche perché una luce troppo intensa poco prima di dormire non concilia il sonno e non facilita la messa in circolo dell’ormone melatonina, fondamentale per predisporre l’organismo al migliore riposo. Anche le lampade da comodino, per quanto le loro principali funzione sia permettere la lettura a letto prima di addormentarsi, non dovrebbero essere troppo intense per gli stessi motivi di cui sopra, e del resto sono abbastanza vicine alla tua posizione per fornirti comunque un sufficiente livello di visibilità.
      Discorso a parte lo meritano solo le zone dove custodisci gli abiti ed abbigliamento in genere, per le quali ti serve la migliore visibilità possibile e massima chiarezza per la corrispondenza al reale dei colori. Piccoli punti luce di intensità maggiore ti saranno di grande aiuto per scegliere l’outfit della giornata, anche perché le lampadine a LED rispetto alle normali lampadine alogene o alle obsolete e ormai inutilizzate lampadine a incandescenza consumano pochissimo e sono le più vicine all’effetto luce naturale.
    • Bagno – L’illuminazione del bagno può davvero essere lasciata del tutto alla tua discrezione, e la scelta dipende anche dal tipo di rivestimenti e colori che hai selezionato per le pareti. Si ritiene in genere più indicata una luce fredda perché trasmette maggiori sensazioni di pulizia e igiene, ma potrai in ogni caso installare diversi punti luce così da modulare l’illuminazione in base alle attività. Ciò che è strettamente necessario ed imprescindibile è però la più corretta ed intensa illuminazione, con appositi faretti, dell’area con specchio sovrastante il lavabo: vale sia per gli uomini per facilitare la rasatura che per le donne durante il make-up.
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  • Cointestare casa: quali sono i vantaggi?

    Quando si avvicina sempre di più il momento di concludere la trattativa immobiliare per l’acquisto di una nuova casa, ed il sogno si fa giorno dopo giorno più concreto, è giusto essere carichi di entusiasmo ma non si devono tralasciare altri aspetti che meritano di essere definiti con accuratezza anche in questa fase.
    Tra gli interrogativi che sorgono di fronte ad un consistente investimento come l’acquisto di una casa, in qualsiasi modo esso sia finanziato, e che avrà ripercussioni a lunga durata sulla vita di una coppia, alcuni meritano analisi attentissime.
    Tra le possibilità che emergono al momento del rogito c’è quella relativa all’opzione di acquistare casa cointestandola ad un proprio familiare, che sia esso il coniuge oppure uno dei figli. Tutti i profili della situazione devono essere valutati con estrema cura e senza tralasciare nessun dettaglio, perché è una scelta molto soggettiva e nella quale rientrano delle dinamiche familiari mai uguali. Vediamo insieme i meccanismi per cointestare casa, gli effetti della procedura e i suoi vantaggi.

    Come si cointesta casa?

    Esistono due distinte modalità per la cointestazione della casa. La prima e più diretta consiste nella partecipazione attiva dei due soggetti coinvolti durante l’atto di acquisto, ed in questo caso la cointestazione avviene addirittura prima di diventare effettivi proprietari del bene immobile. L’indicazione può essere fornita sia in sede di contratto preliminare detto anche “compromesso”, sia al momento del rogito in presenza del notaio.
    Procedura diversa è quella della cointestazione successiva, perché sarà oggetto di un separato atto notarile: sarà necessario recarsi di nuovo dal notaio, con tutti gli oneri che ciò comporta, perché di fatto sarà un atto che trasferisce dei diritti reali ad altra persona. Un caso scuola è quello della nuda proprietà, con la quale i genitori anziani mantengono l’usufrutto del bene immobile ma si assicurano che dopo la loro dipartita la proprietà effettiva diventi piena ed inoppugnabile in capo al figlio o ai figli stabiliti.

    La cointestazione della casa: gli effetti

    Sono gli articoli dal n.1100 in poi del Codice Civile a disciplinare il regime di comunione di un bene che si instaura quando un immobile è cointestato a due distinti proprietari. Per legge è stabilito che le quote si presumono ripartite in parti uguali, e che dunque i partecipanti siano tenuti a concorrere alle spese in parti uguali ma anche a trarne identici vantaggi nel caso di locazione dell’immobile; è però facoltà dei cointestatari stabilire anche una ripartizione in percentuali differenti.
    Nei limiti della sua quota di proprietà, ciascuno dei partecipanti può cedere ad altri il godimento del bene, a patto però di

    • Non alterarne la destinazione d’uso
    • Non impedire agli altri partecipanti di farne uso inalterato secondo il loro diritto

     La divisione delle spese

    Cointestare una casa ad esempio al proprio coniuge comporta il grande vantaggio di poter dividere le spese, perché entrambi devono rispondere in ugual misura degli oneri a meno che non sia stata stabilita una ripartizione in percentuali diverse dal 50% ciascuno. Basti pensare ad utenze, spese condominiali, imposte sulla casa: tutte queste spese vanno sostenute da entrambi i cointestatari, e lo stesso dicasi nel caso si decida di avviare dei lavori di ristrutturazione. Particolare è, in questo ultimo frangente, il risalto assunto dall’installazione di un sistema isolante a cappotto come favorito negli ultimi tempi dal Superbonus 110% e che consente di riqualificare l’immobile rendendolo più efficiente sotto il profilo energetico accrescendone così il valore immobiliare, con benefici per entrambi i proprietari.

    Il rapporto di coppia e la casa cointestata

    I coniugi che abbiano deciso di sposarsi in regime di comunione dei beni vedono automaticamente riconosciuto il diritto di comproprietà al momento dell’acquisto del bene, con pari quote assegnate anche se il corrispettivo viene pagato in parte prevalente con i guadagni professionali e gli introiti di uno solo dei due coniugi.
    Se invece si è scelto il regime di separazione dei beni, la cointestazione permetterà di ottenere il tipico effetto della comunione ma in riferimento solo a questo specifico bene. Si tratta di uno strumento di tutela finalizzato a proteggere, nei casi di separazione o divorzio, la parte economicamente più debole della coppia; tale tutela può inoltre applicarsi anche per quelle coppie di fatto che giuridicamente hanno minori protezioni. In caso di fine della relazione o decesso del partner si potranno vantare diritti sulla quota stabilita del bene.

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  • Divano lineare o divano angolare?

    Sono due le principali linee di tendenza per il living contemporaneo per quanto riguarda la scelta del divano: ci riferiamo ai divani lineari e ai divani angolari. La scelta messa a disposizione da tutti i più importanti marchi del settore è davvero molto variegata, e consente di valorizzare il salotto con soluzioni mai banali in grado di adattarsi caso per caso e nella massima disinvoltura ad ogni specifica esigenza ed a qualsiasi ambiente.
    Vediamo insieme le principali caratteristiche di queste due famiglie e come sfruttarle al meglio.

    I divani lineari

    I divani lineari hanno di certo una forma più slanciata ed esile, e normalmente vengono preferiti per essere collocati a ridosso della parete libera della zona living. In tale posizione il divano fa da punto di incontro per la famiglia ma anche da luogo dove ritrovarsi in compagnia degli ospiti.
    Un utile suggerimento per valorizzare il suo ruolo e la sua posizione è quello di lasciare la parete abbastanza sgombra e libera da altri arredi: è consigliato infatti, per ottenere un effetto scenico più armonioso ed arioso, affiancare al divano solo una pianta da appartamento oppure una lampada da pavimento, se il divano viene sfruttato come postazione di lettura.
    Ulteriore accorgimento può essere mettergli accanto, oppure di fronte a seconda della composizione del tuo living, un tavolino di design che ti garantirà un ripiano d’appoggio e quindi una funzionalità aggiuntiva che ti tornerà di certo molto utile.
    C’è poi chi giustamente ama decorare le pareti, ed in questo caso un quadro o una stampa sospesi sopra il divano ne accresceranno il rilievo estetico mettendolo in risalto ed attirando l’attenzione sull’eleganza della composizione.

    I divani angolari

    I divani angolari sono invece pensati per chi abbia una stanza davvero ampia adibita a living. Sono infatti soluzioni d’arredo più voluminose e che “riempiono” maggiormente la volumetria dell’ambiente in cui sono inseriti.
    Anche se un divano angolare si colloca bene a ridosso di due pareti consecutive creando una zona ancora più conviviale, la sua forma si presta benissimo anche ad una collocazione a centro stanza in un ampio open space nel quale può fungere da delimitazione tra le aree.
    Un divano angolare viene in genere definito anche divano con penisola per la peculiare conformazione che presenta una delle sezioni della sua pianta “ad L” più sporgente. Una variante dedicata agli amanti del relax assoluto è invece quella in cui la sezione sporgente è ancora più accentuata e permette di sedersi distendendo anche le gambe; in questo caso di parla di divano con chaise longue, una delle proposte di arredo più raffinate tra quelle destinate alla zona living e che spesso, nei modelli più avanzati, assolve anche a più funzioni.
    È infatti comune trovare questo tipo di divani integrati da una funzione letto con meccanismo a scomparsa e spesso anche da un utilissimo vano contenitore.

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  • Il sistema di isolamento termico ETICS

    sistema di isolamento termico etics

    Negli ultimi mesi è salito alla ribalta un acronimo prima conosciuto bene solo dagli addetti ai lavori del settore edilizia e ristrutturazioni: si tratta della voce ETICS, che sta per External Thermal Insulation Composite System.
    Esso cela dietro di sé un’enorme valenza soprattutto in termini di riqualificazione energetica degli edifici e degli appartamenti, ed ha ricevuto impulso dagli incentivi statali erogati attraverso il SuperBonus 110%.
    Tale sistema esterno di isolamento termico a cappotto è disciplinato da precisi criteri e riferimenti normativi, e i soli interventi effettuati secondo i parametri ETICS hanno accesso al bonus, una misura varata con due precisi intenti: stimolare l’economia stagnante in questo settore a causa della pandemia da coronavirus, ed ottenere allo stesso tempo una riqualificazione dell’intero patrimonio immobiliare nazionale.

    Come si compone un sistema a cappotto ETICS?

    I sistemi di isolamento termico a cappotto ETICS trovano applicazione in tutta Europa da oltre 30 anni in quanto costituiscono il più rapido ed efficace metodo per coibentare gli edifici di tipo civile, industriale o di servizio non solo preesistenti ma anche di nuova costruzione. L’architettura è quella di un sistema composito i cui diversi elementi, tutti tra loro compatibili, operano in maniera sinergica per raggiungere dopo l’installazione risultati funzionali che garantiscono enormi vantaggi strutturali ed economici di lunga durata nel tempo.
    La semplificazione del sistema e della sua composizione può essere compiuta secondo il seguente schema:

    • Uno strato di collante per il fissaggio – Ci sono specifici collanti e adesivi appositamente formulati per sostenere i pannelli isolanti ed assicurarne la stabilità verticale; solo alcuni casi i pannelli richiedono l’integrazione di fissaggi di tipo meccanico.
    • Uno strato isolante – I pannelli che compongono lo strato isolante possono essere di diversi materiali, sia di origine minerale che sintetica. Tutti sono ottimizzati per proteggere le pareti esterne dagli agenti atmosferici e per garantire all’edificio il migliore isolamento termico ed in molti casi anche acustico, e tra i più utilizzati ci sono i pannelli o lastre in polistirene espanso sinterizzato (EPS) i quali devono essere conformi ai requisiti elencati nella normativa di riferimento EN 13163.
    • Strato di intonaco – A protezione dei pannelli viene poi steso uno strato sottile di intonaco integrato da una leggera rete di rinforzo, molto spesso in fibra di vetro, che rafforza la tenuta complessiva del sistema e contribuisce ad un migliore assorbimento di tensioni superficiali e sollecitazioni di natura meccanica.
    • Strato di finitura – A completare l’opera il professionista edile stende uno strato di finitura che oltre a proteggere l’involucro così composto dagli agenti atmosferici ha, grazie alla continuità del rivestimento, anche delle funzioni estetiche.

    Quali funzioni ha un sistema a cappotto ETICS?

    Le reali e concrete funzioni del sistema di isolamento a cappotto esterno ETICS che ne rendono così conveniente l’installazione anche al netto delle agevolazioni garantite dal SuperBonus 110% non riguardano solo una migliore protezione dalle intemperie, ma anche il contributo al comfort domestico. Gli spazi residenziali ed abitativi vengono infatti isolati e senza punti di discontinuità sia dal caldo che dal freddo, con la conseguenza di annullare le dispersioni termiche ed energetiche: in sostanza, durante l’inverno si risparmierà sul riscaldamento perché il calore generato sarà trattenuto e si potrà far lavorare caldaie o stufe a regimi più bassi, mentre in estate i climatizzatori avranno bisogno di meno tempo per raggiungere un raffrescamento più che sufficiente alle proprie aspettative e che verrà trattenuto. Il tutto comporterà sensibili risparmi in bolletta con condizioni termo-igrometriche dell’intero edificio stazionarie nel tempo.

    I vantaggi del sistema a cappotto ETICS

    Siamo certi che nelle ultime settimane hai sentito spesso parlare di Superbonus 110% e della voce ETICS, senza però sapere bene di cosa si trattasse, mentre se sei arrivato a leggere fin qui hai di certo le idee più chiare su questo acronimo e sull’enorme valore che esso assume per la riqualificazione energetica della tua casa.
    Alcuni dei vantaggi di tale sistema risultano già evidenti da quanto espresso nel recedente paragrafo, ma ce ne sono diversi altri perché isolare in maniera continua e sicura delle pareti realizzate in materiali anche eterogenei tra loro con un cappotto continuo, omogeneo e uniforme fa sì che l’edificio sia più resistente a qualsiasi deformazione di tipo strutturale essendo meglio protetto dall’esterno dagli agenti atmosferici anche più estremi. In più, abbattendo le dispersioni termiche si eliminano anche i fastidiosi fenomeni dei ponti termici tra interno ed estrerno, principali responsabili (a causa delle condense) della formazione di muffe all’interno dell’abitazione.
    Viene messa in atto una definitiva prevenzione da crepe sulle pareti, distacchi di intonaco e persino dalle infiltrazioni, con edifici che assumono una maggiore durata del loro aspetto nel tempo e senza deterioramenti.
    I progressi della tecnica e della ricerca tecnologica in questo campo, in special modo sui materiali e sui collanti dei quali è stata studiata la conducibilità termica rendono questo sistema sebbene già performante in continua evoluzione.

    Vantaggi sul mercato immobiliare

    Un concretissimo vantaggio di tipo economico è infine rappresentato dal miglioramento della classe energetica di edifici e appartamenti, i cui proprietari a lavori ultimati possono richiedere l’aggiornamento dell’APE (Attestato di prestazione energetica) vedendosi riconoscere una classe più elevata.
    È evidente che questo passaggio pone un appartamento anche sul mercato immobiliare in posizione di privilegio: esso si rivela appetibile per chi cerca una casa confortevole ed efficiente, e vantaggioso da vendere per chi ha intensione di acquistare un’altra casa. Questa rivalutazione del patrimonio immobiliare italiano è estremamente virtuosa, in special modo se si riflette su una nota a margine: mettere in opera un sistema di isolamento a cappotto ETICS non implica in alcun modo intaccare la volumetria interna degli spazi di casa!

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  • Cucine in stile moderno nel 2022

    Le cucine in stile moderno nel 2022 richiedono un’attenzione ai colori, ai materiali e allo stile. Una cucina moderna permette di trasformare la propria abitazione in un’ambiente ricercato ma anche perfetto in cui viverci e dedicarsi a varie attività, come ad esempio un pranzo o una cena in famiglia o con gli amici.

    Il design che si sceglie per la propria cucina dev’essere il giusto connubio tra praticità e modernità. In Italia sono tanti i produttori che sanno combinare gusto e praticità come Muzi Design, gruppo Febal casa che ha spiegato infatti che le cucine in stile moderno non devono essere solo belle da vedere ma devono presentarsi anche semplici da tenere in ordine e pulite.

    I must have per una cucina moderna nel 2022

    Il design delle cucine moderne, come accennato, devono essere pensati in termini di praticità e al contempo rispettare i canoni delle ultime tendenze del 2022 per attrarre lo sguardo e rendere questa stanza il fulcro dell’abitazione.

    Sempre più spesso oggi si pensa a creare degli spazi open space. In questo caso diventa ancora più importante realizzare uno stile che si abbini a tutto l’arredo della propria abitazione.

    Un must have del 2022 è ancora la creazione di un’isola in cucina. Questa può essere operativa o meno. Si può usare per inserire un lavandino, il forno, il microonde. Oppure si può scegliere di creare un’isola dedicata esclusivamente alla realizzazione delle proprie ricette o per pranzare, fare colazione o cenare velocemente aggiungendo degli sgabelli intorno all’isola.

    Un altro trend è costituito dal piano di lavoro a cascata, ossia un proseguimento del top della cucina che raggiunge i fianchi dell’isola fino a terra, per un effetto minimal che rende la cucina un’ambiente davvero stupendo.

    Un’altra tendenza è quella che prevede la scelta di mobili con sistemi di apertura innovativi che vedono scomparire le maniglie e far spazio alle ante a scomparsa dinamiche, leggere e con portelloni scorrevoli.

    I materiali migliori per realizzare una cucina moderna

    Ci sono sicuramente varie tendenze e must have per la progettazione della propria cucina moderna. È molto importante però fare attenzione anche ai materiali che vengono utilizzati per la realizzazione di top, mensole, ripiani, ante, tavoli, isola ecc…

    Per il 2022 un trend al quanto interessante è quello che vede l’unione del legno ad elementi realizzati in metallo come ad esempio l’acciaio oppure l’ottone. Molto interessante anche l’uso del vetro per la creazione delle ante. Non mancano poi le cucine che abbinano il metallo al cemento.

    Le cucine moderne presentano anche rubinetteria, lavelli, e accessori che possono essere realizzati in argento, in ottone, in foglia oro oppure in corten, perfette per chi vuole abbinare lo stile minimal a quello stravagante. Intramontabile anche l’uso dell’acciaio inossidabile che da un senso di pulizia, lineare e dal sapore professionale.

    Per questa stagione un must have ottimale è il marmo. Il marmo è sofisticato, prezioso, resistente e ideale per rivestire l’isola o per il top della cucina. Naturalmente, queste sono solo l’indicazione per alcuni materiali molto apprezzati nel corso del 2022. Ma non bisogna lasciarsi ingabbiare dalle tendenze. Infatti, è possibile con il supporto di alcuni professionisti scegliere i materiali migliori per una cucina ricercata, chic e con rivestimenti belli da vedere e semplici da pulire.

    Quali sono i colori più alla moda per il 2022?

    Se stai progettando una cucina moderna devi fare attenzione anche ai colori da utilizzare per la creazione di un ambiente vivace e perfetto per la realizzazione di un effetto rassicurante, avvolgente e alla moda.

    Un trend di quest’anno in termini di colore è sicuramente il blu. Si usano tonalità per la creazione delle ante come: il denim, il blu navy, dell’azzurro con un tocco vintage ed elegante, accostandosi alla perfezione con materiali come ad esempio il legno e il marmo.

    Un altro colore consigliato per chi vuole uno stile moderno e ricercato è il verde. Il verde è un coloro che non passa mai di moda. Tra le tonalità consigliate ci sono il veronese, il verde foresta, il petrolio e la salvia scuro. Il verde è un colore chic e raffinato che esalta lo stile della cucina specie se si usa il noce o il legno di rovere.

    I colori caldi fanno parte della scala di tonalità alla moda per il 2022. Tra questi toni considerati caldi ci sono: il caramello, l’albicocca, l’oro, il ruggine, la terracotta in abbinamento con il legno bianco e chiaro.

    Un altro colore che sembra mantenersi in tendenza ancora quest’anno è la cucina nera. Certo scegliere il nero è complesso, infatti i toni troppo scuri tendono a rendere la cucina molto opaca. Una soluzione per usare il nero è quello di abbinare a questo colore il bianco. In questo modo il bianco e il nero insieme riescono a dare i giusti toni fashion senza togliere nulla alla luminosità. Se si vuole creare un’ambiente pulito e luminoso allora si può scegliere di optare per la creazionedi un ambiente total white.

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  • Elettrodomestici di design: stile e qualità per la casa

    Una migliore qualità di vita significa anche rendere più confortevole ed efficiente la propria casa, grazie a elettrodomestici che coniugano perfettamente design accattivante ed eccellenti prestazioni

    Già da alcuni anni gli elettrodomestici di design stanno riscuotendo un successo crescente e sono sempre più preferiti ai classici elettrodomestici per la casa.

    I motivi di questa rapida ascesa sono numerosi e riguardano principalmente la capacità di questa particolare tipologia di prodotti di coniugare l’eleganza e la ricercatezza delle forme con la funzionalità e il risparmio energetico.

    Quando si arreda o si ristruttura una casa, infatti, la scelta dei giusti elettrodomestici deve essere fatta tenendo conto di una molteplicità di fattori e sempre nell’ottica di creare un ambiente accogliente, confortevole e funzionale, capace di facilitare le attività quotidiane e di contribuire al miglioramento della qualità di vita.

    La gamma degli elettrodomestici di design, infatti, include tutti quei prodotti capaci di combinare uno stile ricercato e contemporaneo con l’uso di materiali innovativi, prestando allo stesso tempo attenzione ad altri importanti elementi come l’ergonomia, la multi-funzionalità, la riduzione dei consumi e la possibilità di personalizzazione.

    Quando si parla di elettrodomestici di design di alta qualità, dunque, non si fa esclusivamente riferimento alla “forma”, vale a dire allo stile, ma anche alla “funzione”, ovvero alle prestazioni e alla qualità superiore garantita da questi prodotti di ultima generazione.  

    Arredare la propria casa con elettrodomestici di design significa pertanto creare degli spazi funzionali e moderni, nei quali la cura dell’estetica e l’armonizzazione con il resto dell’arredamento vano di pari passo con la praticità e con l’ottimizzazione dei consumi.

    Elettrodomestici NEFF: qualità e design per la cucina e non solo

    Tra i marchi oggi più conosciuti e apprezzati nel settore degli elettrodomestici di design spicca certamente NEFF, brand che ha fatto dell’innovazione e della creatività le sue caratteristiche distintive.

    A caratterizzare gli elettrodomestici NEFF è, infatti, la capacità di coniugare una grande affidabilità con uno stile contemporaneo e sempre al passo con i tempi, non tralasciando però né la praticità né la semplicità d’uso.

    Nonostante si tratti di oggetti di alta gamma, ovvero di elettrodomestici professionali, i prodotti NEFF sono pensati per venire incontro alle esigenze di tutti e per rendere più facili, veloci e divertenti le mansioni quotidiane, come la preparazione di un’ottima cena per la famiglia o per gli amici o la più semplice gestione del bucato di casa.

    Nella vasta collezione NEFF è infatti possibile trovare diversi tipi di elettrodomestici, prodotti differenti per dimensioni, materiali e caratteristiche ma tutti accomunati da una grande attenzione ai dettagli e dalla capacità di integrarsi alla perfezione in ambienti diversi.

    Il catalogo NEFF include innanzitutto i grandi elettrodomestici di design per la cucina, ovvero frigoriferi e congelatori di ultima generazione, prodotti di alta qualità, di classe energetica superiore (A++) e progettati per garantire il massimo della funzionalità a fronte di un ridotto consumo energetico.

    Altrettanto innovativi sono i microonde e forni da cucina NEFF, realizzati con materiali di alta qualità e caratterizzati da un design elegante, da finiture ricercate e da un’ampia gamma di funzionalità, pensate per assicurare il massimo delle prestazioni per la preparazione di menù diversi.

    Nel catalogo NEFF non mancano poi i piani cottura, sia elettrici che a induzione, progettati per rendere semplice e veloce la cottura di ogni alimento e per consentire a tutti di esprimere la propria passione in cucina, così come i fornelli a gas, ovvero magnifici piani cottura realizzati in acciaio e ghisa e studiati per sfruttare al meglio l’intensità del calore.

    Ispirate alla tecnologia e alla funzionalità sono anche le cappe aspiranti, potenti, silenziose e progettate per assicurare sempre il corretto ricambio d’aria in cucina, e le lavastoviglie NEFF, anch’esse estremamente silenziose ma capaci di garantire un lavaggio perfetto in minor tempo e con un ridotto impiego di energia; le lavastoviglie firmate NEFF, infatti, sono dotate di moltissimi programmi di lavaggio oltre che di un gran numero di accessori, caratteristiche che le rendono ideali per ogni tipo di esigenza. 

    La linea degli elettrodomestici di design NEFF è infine completata dalla ricca gamma di lavatrici, a incasso o a libero posizionamento, prodotti di alta qualità, realizzati con ottimi materiali, pensati per durare nel tempo e per assicurare eccellenti prestazioni.

    Le lavatrici NEFF, infatti, si caratterizzano non solo per il loro design moderno ma anche per gli innumerevoli programmi, per l’estrema funzionalità e per l’ottimizzazione dei consumi, sia in termini di impiego di acqua che in quelli di energia. Preferire gli elettrodomestici di design NEFF per la propria casa significa quindi scegliere dei prodotti di alta gamma, dei sistemi professionali capaci di integrarsi con l’architettura di una stanza, di coniugare praticità, efficienza e stile e di semplificare le attività quotidiane.

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  • Come dividere gli spazi interni: diverse soluzioni possibili

    pareti hpl

    Dividere uno spazio interno è sempre una sfida, sia che si tratti di una stanza di casa propria che di un locale adibito ad uso pubblico.
    Occorre trovare il giusto equilibrio tra funzionalità ed estetica.

    Le soluzioni possono essere molte ed è importante riuscire ad individuare la più adatta ad ogni caso specifico.
    Ricorrere a muri in calce e mattoni assicura un risultato solido e duraturo, chi li sposta più?
    Ma è un investimento che richiede tempo, denaro e olio di gomito per pulire tutto a fine lavori.

    E se col tempo si cambia idea o le esigenze di suddivisione dello spazio cambiano?
    Per tornare indietro bisogna demolire tutto, un’operazione difficile e costosa.

    Con il cartongesso le condizioni non migliorano poi tanto.
    Anche se i pannelli costano molto meno dei muri veri e propri, una volta installati è complicato smontarli e cambiarne la disposizione.

    Allora, cosa si può fare? Esiste un’alternativa che, per così dire, riesca a salvare capra e cavoli?
    In effetti una soluzione c’è: le pareti modulari.

    Le pareti modulari, un sistema pratico ed economico

    Le pareti modulari rappresentano un sistema davvero pratico per dividere e riprogettare gli spazi interni.
    Sono costituite da pannelli leggeri ma molto resistenti, che si possono comodamente montare e smontare a seconda delle necessità del momento.

    Rispetto ai muri di mattoni o di cartongesso, l’investimento economico è molto più contenuto e il tempo necessario a completare l’installazione si riduce notevolmente.
    Persino la pulizia a fine lavori si trasforma in un intervento di poco conto.

    Con le pareti modulari si riesce ad utilizzare appieno lo spazio a disposizione, senza creare inutili ingombri strutturali.
    Infatti, risultano molto sottili perché sono in laminato stratificato.

    In ambienti ad uso pubblico come i bagni o gli spogliatoi, sono proprio perfette dato che ne agevolano le operazioni di igienizzazione.
    Dove ci sono pannelli divisori per bagni è più facile mantenere i locali puliti e in ordine, e le superfici si possono detergere senza problemi, così come i pavimenti.

    Pareti in HPL per la massima igiene dei luoghi pubblici

    L’utilizzo delle pareti divisorie per bagni pubblici e spogliatoi consente di allestire i locali col massimo rigore, dividendoli in ripetute postazioni dove ogni avventore trova giusto spazio e comfort.

    Bastano pochi accorgimenti per dotare un bagno dell’essenziale: porte che si chiudono in autonomia, un gancio dove poter appendere la borsa o il soprabito, una serratura comoda ed efficace.
    Tutti elementi che qualsiasi azienda che, come mostra sul suo sito Spazio4arredo, progetta e installa pareti divisorie in HPL per bagni sa di non dover trascurare.

    Ma ciò che fa davvero la differenza è che, con le pareti divisorie per bagni in HPL, si creano le condizioni ideali per poter eseguire le pulizie ordinarie con la massima praticità.
    Dopo due anni di pandemia, siamo tutti consapevoli di quanto nei locali ad uso pubblico sia fondamentale un’igienizzazione costante. Se la struttura è stata pensata anche in quest’ottica, gli addetti ai lavori possono svolgerla al meglio.

    L’HPL è un materiale con caratteristiche di robustezza che si presta alla perfezione a questo scopo.
    Si tratta di laminato stratificato ad alta pressione che si può lavare e disinfettare ogni volta che serve, non ha problemi ne’ con l’acqua ne’ con l’umidità, perciò le superfici non si deformano e non si rovinano.

    Di solito, le pareti modulari poggiano su dei piedini regolabili oppure sono del tutto sospese. In entrambi i casi, questi assetti contribuiscono a rendere più facili ed efficaci le operazioni di lavaggio dei pavimenti.

    I pregi di una parete divisoria modulare sono molteplici, e non ne abbiamo ancora preso in considerazione l’estetica.

    I pannelli divisori per bagni in HPL sono pratici e belli

    Le pareti divisorie per bagni in HPL possono accontentare le più diverse esigenze perché sono disponibili in un’ampia gamma di modelli e finiture.
    In questo modo, ogni progetto può diventare qualcosa di esclusivo e personalizzato, cosa può esserci di meglio?

    I bagni e gli spogliatoi escono dalla logica dei locali anonimi, grigi e piatti, per trasformarsi in ambienti accoglienti e di carattere.
    Soprattutto se vengono progettati da arredatori esperti. È innegabile che la mano di un professionista si fa notare subito, anche in un locale ameno come un bagno.

    Ovviamente il contesto del bagno pubblico non coincide con l’ambiente bagno della propria casa, al quale possiamo dedidarci fino a raggiungere il massimo risultato in fatto di comfort ed eleganza, ma perchè non cercare di alzare gli standard e far sentire a proprio agio anche gli utenti di un luogo pubblico?

    Per avere un’idea di quante, e quanto differenti, possano essere le alternative d’arredo con i pannelli divisori per bagni, abbiamo consultato i siti di aziende del settore, dove le soluzioni realizzate sono davvero stupefacenti per originalità e funzionalità degli spazi.
    Inoltre, accendono la fantasia di chi le osserva, suggerendo tante altre idee nuove.

    Progettare in piena sicurezza con le pareti modulari

    Le pareti divisorie per bagni in HPL sono sottoposte a specifici controlli di qualità, che ne verificano i requisiti.
    Per esempio, è importante che riescano ad ottenere la certificazione che riguarda la reazione al fuoco, visto che vengono installate in luoghi pubblici.

    Infine, occorre prevedere e cercare di evitare i più banali incidenti, prendendo le dovute precauzioni, come utilizzare dei profili morbidi dalla parte delle cerniere delle porte, per eludere accidentali schiacciamenti delle dita.

    Con le pareti modulari si possono proprio progettare spazi pratici e belli in piena sicurezza.

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  • Come si misura l’isolamento termico?

    In un’epoca come quella che stiamo attraversando, nella quale sia i privati che i professionisti dell’edilizia sono a caccia di informazioni su come ottenere il famoso Superbonus 110%, diventa fondamentale conoscere le caratteristiche dei prodotti e dei materiali adoperati. Noi intendiamo fornirvi una guida di massima sulla misura corretta dell’isolamento termico, offrendovi alcuni cenni in materia per conoscere i parametri e le grandezze che secondo le normative devono essere rispettati per rientrare tra i materiali accettati.

    Cenni sull’isolamento termico

    Il primo parametro da tenere in considerazione è quello della conducibilità termica dichiarata dal produttore, che è il più immediato strumento per confrontare tra loro i diversi materiali isolanti. Tale valore indica infatti quanto un materiale può condurre, ossia quanti Watt (nel senso di calore) passano attraverso lo spessore di un metro di un determinato materiale isolante. È un valore calcolato in base all’unità di misura λD ed espresso in W/mK, e corrisponde alla conducibilità termica dichiarata dal produttore del materiale isolante.

    I diversi valori di λD

    Va quindi chiarito che più basso è il valore di λD espresso in W/mK e maggiori sono le proprietà isolanti del prodotto, perché tale numero indica le reali proprietà di isolamento dalle quali dipendono le migliorie nell’efficientamento energetico di un edificio o di una abitazione sottoposti a ristrutturazione e riqualificazione al fine di migliorarne la classe energetica, anche con delle ovvie ricadute sulla quotazione dell’immobile stesso che acquista maggior valore.

    Per fare un esempio pratico, se il valore di λD si attesta di 0,030 W/mK significa che tale materiale isolerà il doppio rispetto ad uno con valore di λD pari a 0,060 W/mK, e il posatore riuscirà quindi ad ottenere le stesse prestazioni di isolamento termico con un isolante dello spessore ridotto della metà. Naturalmente il valore è per convenzione, e per facilitare le misurazioni ma soprattutto i raffronti a parità di spessore, calcolato su uno spessore campione di 100cm: una misura che nella realtà non viene mai utilizzata. Se vogliamo conoscere il valore della prestazione nello spessore di reale utilizzo dovremo fare riferimento al calcolo della RD, ossia della Resistenza Termica dichiarata dal produttore.

    I valori di RD

    Il valore RD della Resistenza Termica sta ad indicare quanta resistenza il materiale in questione oppone al passaggio del calore con quello specifico spessore, ed è misurato in Watt. In tal caso, maggiore è il valore di RD e maggiori saranno le proprietà isolanti del prodotto, ed esso aumenta in proporzione ad ogni aumento di spessore.

    Conoscere entrambi i valori appena menzionati, λD e RD, è di fondamentale importanza per conoscere a quale livello di isolamento termico stiamo conducendo un immobile per esempio mettendo in opera un sistema a cappotto esterno, una delle tecniche più diffuse e di facile applicazione. I due valori devono essere espressamente indicati sull’etichetta dei materiali utilizzati per il proprio cantiere, ma è anche possibile calcolarli separatamente conoscendo solo uno dei due secondo le formule

    • RD = Spessore (in metri) ÷ λD
    • λD = Spessore (Espresso in metri) ÷ RD

    Ai fini del risparmio energetico queste grandezze sono del tutto imprescindibili!

    Photo Credit: Valentin Bachem

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