Browsing articles from Tag: “Roma”


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    La sobria funzionalità Bulthaup

    Una delle cucine esposte nello showroom dei Parioli

    Il quartiere Parioli di Roma ha ospitato l’inaugurazione dello showroom di Bulthaup, un brand del quale non abbiamo ancora parlato tra le nostre pagine ma che gode di un posto privilegiato tra le nostre preferenze per l’avanguardia del design delle sue cucine.
    L’eleganza dello spazio riflette in toto le caratteristiche del marchio tedesco, che realizza degli ambienti pensati per la vita con materiali di qualità e dotandoli di un design intramontabile, la cui funzionalità va a braccetto con la proverbiale sobrietà tutta teutonica del design.

    Lo showroom va ad aggiungersi agli altri 34 punti vendita dislocati in tutto il nostro paese, che includono sia centri monomarca che saloni cui è stata concessa l’esclusiva di zona.
    Visitando questa nuova area espositiva si scoprono due livelli, per complessivi 120 metri quadrati, in cui fanno bella mostra gli ultimi modelli della collezione Bulthaup, tutti interconnessi da un filo rosso comune fatto di purezza del design ed essenzialità per cucine moderne e polifunzionali, perché la cucina è vista come punto di aggregazione non solo familiare ma anche sociale e deve pertanto offrire, con la progettualità creativa Bulthaup, tutta la passione per la tradizione.

    Per amplificare la percezione di un simile messaggio tutte le composizioni esposte sono funzionanti, e sono state protagoniste, durante l’inaugurazione, di uno spettacolo di live cooking tenuto dallo chef Giuseppe Di Iorio.

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    Jean Nouvel arricchisce Roma

    Jean Nouvel è un architetto francese noto per le sue capacità di intervento in siti da trasformare e ristrutturare senza cancellarne l’identità originaria: sono famose in Italia le officine Ferrari da lui progettate a Maranello, così come a genova il Padiglione B della Fiera.

    L’invito di Alda Fendi è stato per Jean Nouvel l’occasione per debuttare a Roma, con la ristrutturazione del Complesso del Velabro, in una zona di 5000 metri quadri con annessi palazzi Umbertini.
    Si tratta di un lavoro particolarmente impegnativo in quanto l’area insiste su importanti vestigia archeologiche, le quali saranno valorizzate e portate alla luce per essere perfettamente integrate negli spazi previsti dal progetto.
    La Fondazione Alda Fendi Esperimenti ha scelto quest’area per dedicarla all’arte contemporanea, articolando nel complesso gli atelier creativi, spazi espositivi, ed anche residenze per  gli stessi artisti, allo scopo di promuovere la ricerca artistica.
    Nouvel si è perfettamente calato nella parte, proprio con l’intento di prolungare la vita dei resti del passato proiettandola sul presente, in una composizione architettonica che prevederà l’interscambio tra le epoche, molto diverse tra loro quanto a stili, ed enfatizzando volutamente il gioco di contrasti.
    L’arte e l’architettura contemporanea andranno così a sovrapporsi al passato senza per questo fagocitarlo, il tutto in piena continuità con il pensiero del maestro il quale crede molto nella ricchezza di quanto nei secoli si è sedimentato nelle città.

    Sarà uno spazio fruibile ed aperto al “popolo”, il vero destinatario del lavoro di Nouvel secondo le sue stesse parole, che esprimono sempre il suo desiderio di mediare tra lo spazio e gli uomini.
    Si prevede che il complesso potrà vedere definitivamente la luce alla fine del 2014: Alda Fendi ha già manifestato il suo entusiasmo e la sua impazienza verso questo progetto abbastanza fuori dagli schemi.

    Questa operazione ci ricorda molto da vicino l’intervento sulla Biblioteca Hertziana di cui vi abbiamo parlato alcune settimane fa, con l’immissione di elementi architettonici moderni e contemporanei in un substrato antico da proteggere e valorizzare.

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    Richard Meier, cantore del bianco

    La coerenza nei lavori espressa da Richard Meier è una caratteristica che ha contraddistinto tutti i 50 anni di attività del suo studio, che vengono celebrati in una mostra presso la Fondazione Bisazza, nei pressi di Vicenza, in corso fino al 28 luglio.
    Meier, pur essendo nato negli USA, si è formato nel suo stile di designer ed architetto alla scuola europea, dove ha incrociato il pensiero di Le Corbusier proseguendone le ispirazioni e le tematiche, al punto da fare del bianco e della luce suoi veri tratti distintivi in tutte le installazioni, presenti in tutto il mondo e con chiari richiami ad una scuola mediterranea.

    Ne sono evidenti esempi il Getty Museum a Los Angeles o il MACBA – Museo di Arte Contemporanea di Barcellona, ma anche in Italia Meier ha diffuso la sua dialettica estrema tra l’esterno e l’interno di un edificio, come nel caso del Museo dell’Ara Pacis a Roma o del Villaggio residence a Jesolo Lido.

    La mostra è in realtà l’occasione per evidenziare il particolare legame dell’architetto con gli spazi privati e le abitazioni, perché numerosissimo ed assortito è il campionario di sue creazioni di accessori per la tavola come stoviglie, posate, vassoi.
    Tanti piccoli oggetti che testimoniano e confermano in primis la sua predilezione per il bianco e la luminosità, e la sua capacità progettuale nell’essere artista a tutto tondo, dai piccoli dettagli fino agli edifici mozzafiato.

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    La Mela si sposta verso il centro città

    Gli Apple Store diffusi in tutto il mondo possono essere definiti dei negozi fotocopia, al punto che il loro design è stato brevettato dal marchio proprio all’inizio del 2013. La loro struttura architettonica è sempre quella, riconoscibilissima, che possiamo ritrovare nel più celebre, quello della 5th Avenue di Manhattan, e che è stata via via replicata in tutto il mondo in ben 14 paesi, da Shangai a Parigi: mobili in legno, un grande tavolo rettangolare che occupa la sala, e pavimenti in pietra serena.

    Questo stesso concept arriverà alla fine del prossimo anno anche al centro di Roma, proseguendo quindi nella strategia volta a spostare gli Apple Store in Italia dai centri commerciali spesso troppo fuori mano al cuore delle città, nei centri storici, come avvenuto due anni fa a Bologna e come confermato dai lavori in corso nella Capitale in Palazzo Marignoli, in prossimità di Via del Corso, per uno store su due piani di ben 2500 metri quadrati.
    Un tratto caratteristico dell’allestimento di questi punti vendita è la necessità per gli avventori di spostare i computer per poterli usare e testare: l’intento è proprio quello di costringere a diventare consapevoli del peso e della maneggevolezza dei diversi device.
    È possibile usarli, testarli, anche stressarli, senza che nessun assillante commesso chieda se serve aiuto: il loro intervento si limita al momento in cui viene richiesta una consulenza.
    Altro tratto caratteristico di questi store è la presenza dei Genius Bar, spazi espressamente dedicati all’assistenza ed alle riparazioni.

    A Roma sembra che non sarà riprodotto il grande cubo di vetro che personalizza lo store di New York, ma siamo certi che tantissimi appassionati saranno pronti a celebrare l’evento della sua apertura mettendosi in fila già dalla notte e prendendolo d’assalto, come accaduto altrove: sta qui il segreto di un marchio che focalizza tanta attenzione da parte degli irriducibili della mela morsicata da fatturare nei suoi 400 punti vendita mondiali la bellezza di 16 miliardi di dollari l’anno.

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    Nell’Hangar Bicocca l’arte trova terreno fertile

    Milano è stata nei decenni importantissima sede per i movimenti artistici di avanguardia comprendenti tutte le forme figurative, basti pensare allo spazialismo di Lucio Fontana, il quale incredibilmente non ha un luogo espositivo in città univocamente dedicato alle sue opere.

    Sotto questo aspetto Roma, con il suo grande Museo di Arte Contemporanea, si pone ancora alcuni passi avanti rispetto al capoluogo lombardo, tuttavia esistono delle installazioni a Milano che fanno ben sperare in prospettiva futura.
    Una di queste è l’Hangar Bicocca, ricavato all’interno delle ex officine della Ansaldo Breda tramite un processo di conversione finanziato in parte anche dalla Pirelli.

    L’Hangar, realizzato nel 2004, si propone come luogo dedicato alla produzione e promozione dell’arte contemporanea e si fregia di una installazione del tutto fuori dal comune, chiamata “Le Sette Torri Celesti“.
    Il numero 7 è importantissimo nella mistica e nella cultura ebraica, alla quale l’autore Anselm Kiefer si è ispirato per un’opera che vuole rappresentare un simbolico viaggio di iniziazione spirituale.
    Queste torri, altre tra i 14 ed i 18 metri, riportano volutamente i segni di un luogo violentemente disastrato essendo state messe in piedi utilizzando elementi residuali.

    All’interno dell’Hangar, vero spazio di interscambio culturale e sociale, sono presenti, oltre ad un immancabile bistrot, numerosi laboratori ed un’area polifunzionale i cui lodevoli fini culturali possono guidare ad interessanti riflessioni su tutte le tematiche architettoniche suggerite.

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    Il percorso storico nell’architettura della Bibliotheca Hertziana

    A pochi passi da Trinità dei Monti in Roma si trova il Palazzo Zuccari, che prende il nome dal pittore che nel 1600 ne ha disegnato portali e finestre e ne ha affrescato gli interni.
    Il Palazzetto oggi testimonia il rispetto dei tedeschi nei confronti della cultura italiana, in quanto ospita la Bibliotheca Hertziana vastissima ed arricchita da opere d’arte, donata proprio da Enrichetta Hertz al governo della Germania.

    Questa biblioteca ha appena festeggiato il centenario dalla fondazione e per l’occasione ha da poco riaperto al pubblico dopo lunghe opere di restauro, svelando la spettacolare struttura a cono rovesciato che l’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg ha pensato quando nel 1995 vinse il concorso per la ristrutturazione degli interni.
    L’iberico ha integrato nel complesso architettonico, che all’esterno non ha subito alcuna modifica, una sorta di contenitore in vetro ed acciaio: un vuoto centrale che accoglie così la prestigiosa collezione e lascia entrare tutta la luce necessaria.

    Il ricorso a questa soluzione, che poggia su una sorta di palafitta per non andare ad intaccare lo strato sottostante, è stato dovuto a quanto rinvenuto durante gli scavi, come spesso accade nella Città Eterna: i giardini e la villa del generale romano Lucullo, naturalmente intoccabili e da salvaguardare.
    In un solo complesso architettonico convivono così l’età antica, quella secentesca sulla facciata del palazzo, e l’architettura contemporanea del terzo millennio, costituendo una struttura articolata ed armonica.

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    Una vivace Guest House nel cuore della Città Eterna!

    Come forse avrete intuito, a noi della redazione di NonSoloArredo piace tantissimo viaggiare e scoprire l’architettura ed il design delle principali capitali europee, ma molto spesso, forse per deformazione professionale, la nostra attenzione si concentra anche sull’interior design degli alberghi in cui soggiorniamo.

    È per questo motivo che oggi abbiamo deciso di parlarvi di Samrooms, una piccola GuestHouse situata nel cuore della Roma imperiale proprio tra le principali basiliche, che ci ha accolti con uno stile molto gioviale.
    Abbiamo infatti trovato fin dalla reception un’architettura di interni molto moderna, fatta di elementi coloratissimi e vivaci, mentre le camere sono arredate con gusto e rispettando lo stesso stile, con un predominio di tonalità volgenti al rosso tra le quali però sono inseriti sprazzi di altre tinte altrettanto giovanili.

    Samrooms si presenta quindi come una soluzione perfetta per chi voglia viaggiare senza un budget elevatissimo ma non voglia rinunciare al gusto ed al comfort: vi consigliamo di scegliere questa questhouse per la vostra prossima gita a Roma, e magari raccontateci la vostra esperienza qui su NonSoloArredo!

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