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  • Cos’è il lavaggio di fine cantiere?

    Quando si ristruttura un appartamento e tra le diverse operazioni si affida ad un’impresa edile anche la sostituzione di pavimenti e rivestimenti con nuove superfici ceramiche è assolutamente fondamentale per la buona riuscita e per il migliore risultato estetico finale che venga compiuta la pulizia di fine posa, detta anche lavaggio di fine cantiere. In cosa consiste di preciso, perché è così importante e perché a volte l’operazione viene sottovalutata? Cercheremo di fare maggiore chiarezza con dei consigli molto utili.

    Perché è importante il lavaggio di fine cantiere?

    Effettuare il lavaggio di fine cantiere significa rimuovere tutti i residui della posa delle piastrelle: l’operazione va in realtà compiuta anche durante la posa stessa per alcune tipologie di materiali, ma soprattutto è essenziale a cantiere ultimato procedere con una accurata rimozione di ogni tipo di residuo o stucco cementizio. Il tutto si effettua attraverso un lavaggio acido vero e proprio utilizzando solo prodotti professionali che un esperto posatore conosce bene e che rispettano i diversi materiali: questo passaggio facilita la successiva manutenzione ordinaria delle superfici, perché altrimenti resterebbero degli aloni e delle tracce difficili da spiegare e anche da rimuovere con i detergenti comuni.
    C’è purtroppo una diffusa e sgradevole abitudine nell’omettere questo passaggio, limitandosi alla sola pulizia necessaria metro dopo metro durante la fugatura: la pulizia o lavaggio di fine cantiere passa in secondo piano, viene trascurata a volte per accelerare i tempi perché ci sono altri professionisti che devono intervenire nella ristrutturazione oppure per incuria, eppure esiste una precisa normativa in merito!

    A chi spetta il lavaggio di fine posa?

    Esiste infatti una precisa normativa a regolamentare questo settore: come segnala sul suo sito Assoposa (Associazione Nazionale Imprese di posa e Installatori di piastrelle) la norma UNI 11493 disciplina tutti i passaggi della posa delle piastrelle ceramiche, sia in fase di progettazione ed installazione che nelle fasi immediatamente successive. Tale norma stabilisce con estrema chiarezza che la pulizia finale spetta al posatore, che non può e non deve esimersi dal compierla. Ometterla significa consegnare al cliente finale un lavoro non completo, e soprattutto senza che questo raggiunga il livello qualitativo atteso né possa mantenerlo a lungo nel tempo.
    Certo, esistono dei rimedi a questo comportamento che a volte è persino in buona fede, ma questi consistono nel rivolgersi ad apposite imprese di pulizia specializzate che conoscono i prodotti e le modalità di intervento, ma con un’inevitabile nuova voce di spesa. A tal proposito quindi suggeriamo a chiunque abbia in preventivo una ristrutturazione con posa di nuove piastrelle di chiarire fin dall’inizio questo aspetto con i posatori ai quali verrà commissionato il lavoro, menzionando la norma di settore.

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  • Come rendere una casa energeticamente efficiente?

    Secondo una massima elaborata dal celebre architetto Le Corbusier nel 1923 e contenuta nel suo manuale teorico Vers une architecture, “Una casa è una macchina per abitare.”
    Tale frase sintetizzava alcuni principi tecnici e teorici fondamentali nella sua visione professionale, e nonostante sia trascorso quasi un secolo dalla sua enunciazione alcuni di essi sono ancora più che attuali.
    Con un’opportuna revisione e una necessaria contestualizzazione il concetto di “macchina” infatti è divenuto oggi cruciale per stabilire la massima armonia tra tutte le componenti della casa le cui funzioni devono essere in sinergia tra di loro, come in un meccanismo perfetto, per raggiungere la migliore efficienza energetica senza penalizzare ed anzi enfatizzando il comfort di chi vive tra le mura domestiche.
    Stiamo attraversando un’epoca contraddistinta da forti e spesso insostenibili rincari dei costi per l’energia, che sia essa quella derivante dall’elettricità o dal gas, ed allo stesso tempo non è più rimandabile l’attenzione che tutti, dagli utilizzatori finali agli operatori edili, devono prestare al criterio dell’ecosostenibilità e dell’efficienza energetica degli involucri domestici.

    Gli strumenti per arrivare all’efficienza energetica

    Vediamo nei prossimi paragrafi i principi chiave per rendere una casa al tempo stesso efficiente sotto il profilo energetico, green e compatibile con l’ambiente, parsimoniosa nella riduzione degli sprechi.

    La casa come involucro termico

    La casa ha bisogno di essere isolata dall’ambiente circostante attraverso un appropriato involucro termico, realizzato con la massima cura e facendo in modo che tutte le pareti dell’edificio siano omogenee e provviste di una adeguata trasmittanza.
    La tecnologia costruttiva impiegata potrà trarre vantaggi dai materiali di conducibilità inferiore per ottenere gli stessi risultati con spessori minori, anche sfruttando i nuovi ritrovati che consentono di non sacrificare i volumi interni: il tutto tenendo però sempre conto di tutto l’insieme, ossia dell’isolamento controterra e anche di quello verso locali non riscaldati.

    Un involucro termico con buona tenuta all’aria

    Affinché un edificio sia efficiente dal punto di vista energetico deve avere una buona tenuta all’aria, ossia essere esente da punti attraverso i quali l’aria possa uscire ed entrare liberamente. L’obiettivo non è certo quello della totale impenetrabilità o di una tenuta stagna, ma quello di eliminare le dispersioni di calore, da tenere in considerazione fin dalla fase progettuale. Va dunque valutata la continuità e l’omogeneità di tutti gli elementi ed allo stesso tempo devono essere scelti i materiali ed i sistemi di posa più idonei. C’è uno specifico esame, chiamato Blower Door Test, che ha lo scopo di verificare la quantità di aria che entra ed esce dall’edificio chiuso quando si verifica una differenza di pressione tra interno ed esterno.

    Serramenti a triplo vetro

    Parte essenziale e componente integrante dell’involucro termico sono i serramenti, che contribuiscono alle prestazioni complessive dell’intero edificio. Ovviamente la loro funzione è anche quella di garantire il passaggio della luce naturale, per cui la loro ampiezza è un fattore positivo, tuttavia devono contemporaneamente essere in grado di evitare fenomeni legati al surriscaldamento estivo con appositi sistemi di ombreggiatura. A seconda dell’orientamento geografico delle diverse aperture ci sono caratteristiche che un buon progetto architettonico deve sempre tenere nella massima considerazione per essere definito moderno, e tra queste ci sono la trasmittanza delle vetrate, la loro bassa emissività e la quantità di calore che lasciano passare. Per queste ragioni vanno favoriti i serramenti a triplo vetro perché il maggiore investimento necessario verrà nel tempo ricompensato non solo dal comfort ma anche dal risparmio energetico; il tutto è però valido solo a patto di procedere con una posa a regola d’arte, con guarnizioni a buona tenuta e la massima cura nell’approntare il nodo di collegamento tra parete e serramento stesso, laddove il telaio deve quindi essere perfettamente sigillato.

    Riduzione dei ponti termici

    Gravi danni agli appartamenti ed una scarsa resa dell’involucro termico cui accennavamo sono poi causati dagli errori di progettazione che permettono la formazione dei ponti termici a causa di punti dell’edificio meno isolati termicamente rispetto al resto. Ciò può accadere quando ad esempio un davanzale posto davanti ad una finestra non è correttamente sigillato, o con altri elementi che penalizzano la tenuta all’aria. Quando si genera un ponte termico tra esterno ed interno avviene un puntuale abbassamento della temperatura interna, il che può potenzialmente generare condense superficiali in corrispondenza dei “difetti”. Molto spesso ciò accade proprio in prossimità di finestre e balconi, veri punti deboli sotto questo aspetto, ed è proprio lì che si generano oltre ad una sensibile riduzione del comfort abitativo anche un accresciuto rischio della formazione di muffe.

    La ventilazione meccanica controllata

    Il corretto e sempre necessario ricambio dell’aria negli ambienti domestici non può essere di certo evitato, e se un involucro termico è realizzato a regola d’arte siamo noi stessi a doverlo consentire manualmente con la periodica apertura delle finestre. Per quanto possa essere sotto certi aspetti gradevole in determinati momenti dell’anno, quelli caratterizzati da freddo più intenso o da caldo torrido, la casa non può di certo essere sigillata 24 ore su 24!
    Una validissima alternativa all’intervento manuale di apertura e chiusura delle finestre è rappresentato dagli avanzati sistemi o impianti di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) i quali offrono l’impareggiabile vantaggio di mantenere elevata la qualità dell’aria indoor che respiriamo, filtrando quella proveniente dall’esterno, e favorendo per l’appunto un suo costante e continuo ricambio. In più i sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata più all’avanguardia oggi disponibili permettono anche il recupero di una gran parte del calore presente nell’aria che viene espulsa: tale calore viene sfruttato per riscaldare l’aria che proviene da fuori abbassando così i costi per il riscaldamento domestico.

    Conclusioni sul sistema energetico efficiente per la casa

    Il concetto di casa come macchina per abitare al quale abbiamo accennato in esordio, sebbene sia stato enunciato con altri intenti, è attualissimo: una casa ad alta efficienza energetica con un sistema integrato di dispositivi, progettazione e costruzione è sempre più una vera necessità per preservare l’ambiente e le risorse di cui disponiamo e per contenere i costi correlati all’energia.
    Del resto, il costo totale di un edificio è rappresentato solo per il 30% dai costi di costruzione, mentre la restante parte è costituita dai suoi costi di gestione. Armonizzare tutte le diverse necessità abitative, architettoniche, quelle relative alla sostenibilità e perché no anche quelle estetiche è possibile, e deve essere il primo punto in agenda di qualsiasi progettista e professionista del settore edilizio, in ogni branca di cui esso è composto, quando si accingono a stilare un nuovo progetto.

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    Con Rimadesio si riscopre il gusto di un design dall’alta espressività

    Alcuni giorni fa abbiamo descritto una composizione interamente realizzata con complementi d’arredo Rimadesio, tutti firmati dall’estro di Giuseppe Bavuso. Oggi replichiamo con un’ambientazione ove possibile ancora più suggestiva della precedente e di cui autentica perla è il concept architettonico rappresentato dalle porte scorrevoli Sail. Questo tipo di componenti è cruciale nella linea di arredamenti proposta da Rimadesio, perché si tratta di elementi che pur nascendo con l’intento di suddividere gli spazi, riescono a mantenere tra questi un forte senso di unità con giochi di riflessi, trasparenze e colori.

    Porte scorrevoli Sail

    Gli spazi delimitati dalle porte scorrevoli Sail assumono una sensibilità personalizzata anche in base al gusto dei committenti: non va trascurato infatti che la loro realizzazione avviene sempre su misura, allo scopo di integrarsi perfettamente negli ambienti.
    Sail è un sistema di porte scorrevoli di spiccata espressività, nato per essere bifacciale e che ai pregi estetici assomma prestazioni funzionali e tecniche da arredamento top di gamma in fatto di estetica e di complessità di lavoro manuale di assemblaggio.
    A suo agio sia nella zona notte che nella zona giorno, diventa molto più di una semplice porta ma un incisivo elemento di arredo, disponibile in numerose sofisticate rifiniture per i vetri e con strutture sia in alluminio estruso che rivestite in essenze di rovere o noce.
    Una forte caratteristica di verticalità assegna a queste porte il ruolo di quinta scenica minimale che sa esprimere i più moderni criteri e gli stili dell’abitare contemporaneo.

    Mensole Eos

    Si riescono senza difficoltà ad intravedere, alle spalle di questo spazio arredativo, le decise linee delle mensole Eos, altro innovativo progetto di Bavuso che coniuga l’alluminio laccato con un top in vetro laccato, mescolando tra loro materiali moderni ed un altrettanto moderno sistema di fissaggio che esclude le viti a vista ma incorpora un suggestivo dispositivo di retroilluminazione a LED. Solo 8 mm di spessore per delle mensole poliedriche ed affidabili che con sobria neutralità colpiscono gli sguardi fin dal primo impatto, sfruttando l’espressività stilistica del vetro, una gamma di 38 tinte laccate, leggerezza del design ed una sottolineatura del loro prestigio con l’illuminazione perimetrale che enfatizza qualsiasi oggetto sia da esse ospitato.

    Tavolo Long Island

    A completare una scenografia ricercata ed altamente simbolica della filosofia Rimadesio ecco lo stile industrial del tavolo Long Island, un progetto declinato in diversi firmati e dimensioni anche allungabili e che è se possibile ancora più rigoroso per linee e linguaggio. Le numerose finiture previste sono studiate proprio per combinarsi in maniera naturale con le altre proposte della collezione, in un’ottica razionalista e pragmatica che nasconde alla vista le giunture per il suo smontaggio in un approccio rigoroso ad un design che sa integrare ritrovati tecnologici quali i profili passacavi e le canaline, il che ne fa un must non solo per la zona living ma anche per esclusive forniture di arredo contract.

    Tavolini Tray

    Andiamo verso la chiusura di questa corposa e dettagliata rassegna con il ricercatissimo tavolino Tray, che pur nelle sue compatte dimensioni sa giocarsi il ruolo inedito, per uno strumento di questo tipo, di protagonista della zona living.
    La miscellanea dei canonici materiali alluminio estruso e legno fanno dei tavolini Tray, in tutte le varianti rettangolari e quadrate e nell’ampio campionario di finiture un accessorio dall’estrema libertà compositiva, che si inserisce con versatilità anche in contesti tra loro molto differenti.

    Non scopriamo di certo oggi l’intrinseco valore progettuale dei complementi di arredo Rimadesio, tuttavia l’evoluzione stilistica di questa composizione ci sembra fortemente rappresentativa delle potenzialità produttive di questa azienda indiscutibile protagonista di un design progettuale sempre propositivo nel settore mobiliero italiano.

     

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  • Il Barocco della Firenze del Sud: alla scoperta dell’architettura leccese

    La tua passione per il design e per l’architettura va di pari passo con la conoscenza delle diverse epoche storiche e culturali della cosiddetta “prima arte”? Se la risposta è sì, hai di certo ben presenti quali fossero i valori ed i canoni estetici e stilistici dell’Architettura Barocca, caratterizzata da linee sinuose e motivi intrecciati, al fine di suscitare stupore.

    Il periodo di suo massimo splendore, tra il 1630 ed il 1670, ha visto sorgere in Italia edifici di committenza sia religiosa che civile in forme complesse e plastiche ed estremamente lavorate al fine di accentuare il ruolo scenografico dell’edificio, che doveva essere in grado di “trasportare” e liberarsi quindi dai concetti rigidi e restrittivi dell’epoca immediatamente precedente.
    Proprio l’Italia è stata culla del Barocco, con una scuola di scultori ed architetti le cui opere, a oltre 3 secoli di distanza, continuano ad attirare flussi incessanti di turismo, ma si deve anche tenere presente che non è esistita una scuola univoca con un unico canone.
    Accadde ad esempio che in Puglia, e più precisamente nel Salento, l’Architettura Barocca approdasse ad una deriva ancora più esuberante, ricchissima di decorazioni floreali ed intarsi minutissimi, con fregi e motivi scultorei ancor più elaborati ed affascinanti e persino animali mitologici.
    Furono le proprietà del materiale locale, la roccia calcarea nota come Pietra Leccese, a favorire l’esplosione di questa corrente artistica: tenerissima e di facile lavorazione con lo scalpellino ed al tempo stesso impreziosita dai suoi toni dorati e caldi, questa pietra ha plasmato l’immagine della città e del suo centro storico dove trionfano edifici quali la basilica di Santa Croce, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, ma anche lo stesso duomo di Lecce, per restare all’ambito religioso; ma è in puro stile Barocco Leccese anche l’attuale Palazzo del Governo che oggi ospita la Provincia, così come il Palazzo del Seminario dove oggi hanno sede un museo ed una biblioteca.

    Trascorrere un fine settimana in un bed & breakfast a Lecce vi farà comprendere perché questa città è stata soprannominata “La Firenze del Sud”: un trionfo di palazzi meravigliosamente decorati, con in più la particolare luminescenza che il sole fa scaturire dalla Pietra Leccese a seconda della sua posizione.
    A riprova dell’eccezionalità di questo stile architettonico, non si può fare a meno di segnalare che l’intera area dove si è diffuso – includendo quindi le vicine Gallipoli, Nardò, Ostuni o Martina Franca – è in lista d’attesa della “Tentative List” dell’Unesco per essere riconosciuta tra i Patrimoni dell’Umanità, un riconoscimento questo che renderebbe il giusto merito ad un’area d’Italia dall’immenso valore culturale ed artistico.

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