Browsing articles from: “Interior design”


  • , ,

    Arredamento di Design a Milano

    Vivere nella città della moda per eccellenza non significa soltano essere aggiornati sulle ultime collezioni lanciate dai grandi stilisti, ma anche curare in ogni minimo dettaglio l’aspetto della vostra casa, specchio della vostra personalità: avere un arredamento di design a Milano è infatti fondamentale. Cavallini1920, con più di ottant’anni di storia, è una realtà internazionale che opera in tutto il mondo, da sempre al servizio di chi desidera circondarsi del meglio del design italiano e avere nella propria abitazione soluzioni di arredo eleganti e creative. Come? Interpretando i trend più attuali nel campo dell’arredamento di qualità, aggiornandosi costantemente ed elaborando progetti su misura, perfetti per ogni necessità.

    Scegliere i migliori mobili di design a Milano, significa tuffarsi nell’universo dei grandi designer e lasciarsi ispirare dai migliori marchi di arredamento come B&B Italia, Maxalto, Valcucine, Poliform, Flexform, Rimadesio, Gallotti & Radice e Cattelan Italia a cui Cavallini1920 si affida. Librerie, sedie, chaise longue, tavoli, contenitori, lampade e poltrone: dalla zona living alla cucina, passando per lo studio e il bagno, i progetti abitativi firmati da Cavallini1920 esplorano differenti scelte compositive, con una varietà di soluzioni d’arredo coerenti e pieno rispetto dello spazio. In questo modo la vostra casa avrà un’atmosfera unica e ricercata, all’insegna del Made in Italy.

    Idee originali, soluzioni innovative e sopratutto la capacità di saper ascoltare le esigenze di ogni cliente: trovare il giusto arredamento moderno a Milano, quello che aggiunge un tocco in più alla vostra casa, non sarà quindi più un problema, grazie ad un’azienda capace di esaltare l’estetica senza però tralasciare gli aspetti di ordine tecnico. Un montaggio a regola d’arte e una messa in opera precisa, fatta da specialisti altamente qualificati, sono i cardini della professionalità che contraddistingue Cavallini1920. Con una perfetta conoscenza di ogni prodotto le fasi di assemblaggio dei vostri mobili, infatti, si svolgeranno velocemente e in piena sicurezza, così da poter dire “home sweet home” nel minor tempo possibile. Ma non solo: Cavallini1920 sarà sempre a vostra disposizione, anche per problematiche future, contribuendo così a rendere sempre esclusiva e impareggiabile la vostra casa.

    Per scegliere il miglior arredamedo di design a Milano non vi resta quindi che fare un salto nel capoluogo lombardo o a Varedo, in uno dei due showroom di Cavallini1920.

    Condividi su:
  • , , ,

    L’attitudine di Lema ad un arredo da slow living

    Oggi ci dedichiamo ad un altro dittico per l’arredo della zona living, scelto tra il catalogo di un’azienda poliedrica come Lema che ha fatto dell’eccellenza manifatturiera italiana nel settore del mobile una realtà industriale che non tradisce la tradizione artigiana.

    Il desiderio di una zona living sobria e quasi austera è concretizzato dal sistema di librerie Selecta, un evergreen della collezione di arredamenti Lema perché è una presenza costante tra le sue proposte sin dal 1978, quando ha debuttato come primo sistema a spalla portante realizzato in Italia.

    Da allora le sue evoluzioni sono state incessanti, per adeguare il progetto al gusto dei tempi correnti ed alle esigenze con nuovi elementi e nuove finiture, ma il suo carattere di libreria per eccellenza è rimasto sostanzialmente immutato.
    La sua versatilità, che permette infinite composizioni e combinazioni, rende Selecta una soluzione di arredo che si può plasmare ad hoc su qualsiasi tipo di ambientazione, e trasformando qualsiasi spazio in una opportunità da sfruttare.
    La progressiva aggiunta di elementi a corredo, anche altamente tecnologici, la rende anche perfetta per allestire una parete attrezzata multifunzione completa di mobile TV: il tutto sempre incardinando nel legno di prima scelta e lavorato a mano degli avanzatissimi dettagli tecnici.

    E dopo aver scelto uno dei tanti libri custoditi da Selecta per sfogliarlo seduti su un comodo divano le cui linee siano “gemelle” e complementari, la scelta non può che ricadere sul divano Lema Yard, un perfetto interprete di tutta una filosofia improntata sul relax di qualità.
    Le caratteristiche di Yard sono presto dette: benché il suo design sia relativamente recente in quanto risale al 2014, il suo ideatore Francesco Rota ha omaggiato in maniera quasi spudorata la tipica creatività degli anni ’60, pur reinterpretandola secondo canoni da terzo millennio.

    Accostarlo a Selecta vuol dire mantenere la continuità con un concept modulare, in quanto le possibili configurazioni di Yard permettono di costruire intorno alla sua robusta struttura in metallo rivestito in tessuto un completo sistema fatto di mensole, piani di appoggio e tavolini che lo rendono un armonico complemento di arredo multifunzione.
    Ad integrare il tutto ed accrescerne la praticità, anche le componenti contenitive, per arredare con un gusto fatto di solido pragmatismo che non tralascia, ed anzi esalta, la resa estetica.

    Come Selecta, anche Yard rispetta in pieno il DNA dell’arredo firmato LEMA, che offre solo idee basate su accoglienza e convivialità per creare caldi ambienti nei quali godersi un rigenerante slow living.

    Condividi su:
  • ,

    Storie di vita in un salotto Poliform

    Per l’articolo di oggi ci ispiriamo ad una composizione monomarca che abbiamo ammirato su una campagna stampa dell’azienda Poliform, ancora una volta un orgoglioso portabandiera dell’industria mobiliera brianzola.

    Le scelte estetiche ed abitative dei suoi progetti riescono ad interpretare, grazie all’estrema varietà di soluzioni, un’ampia gamma non solo di gusti e stili del vivere contemporaneo, ma anche le più disparate esigenze con atmosfere d’autore e design dalle finiture sofisticate e di appagante qualità.

    Eleganza e leggerezza aleggiano nella zona living che ha attirato la nostra curiosità, interamente basata su progetti di Jean-Marie Massaud ed in cui il centro dello scenario è occupato dal tavolino basso del sistema Home Hotel, un perfetto oggetto di hospitality ideale per una situazione domestica conviviale, in cui il divano occupato dagli ospiti ha il comfort avvolgente e le forme morbide del modello Bristol, che sa giocare nelle sue linee con il contrasto tra i sottili braccioli e la cuscinatura decisamente “oversize” perché doppia.
    Abbiamo in più scoperto che Bristol è un divano che si distingue anche per l’originalità delle sue soluzioni compositive, in grado di adattarsi a qualsiasi ambiente!

    Qualche ospite in più non starebbe di certo scomodo se placidamente rilassato a conversare sull’iconica poltrona Ipanema, che sembra comunicare affascinanti sensazioni come quelle provate sulla spiaggia brasiliana da cui trae il nome per la posizione che fa assumere nella sua seduta avvolgente.

    Un salotto così organizzato è da vivere in assoluta libertà godendosi il design innovativo e l’obiettivo raggiunto da Poliform di creare spazi abitativi di grande leggerezza con un’attenzione sartoriale ai materiali ed ai dettagli.

    Condividi su:
  • ,

    Gres porcellanato che gioca a fingere, una tendenza inarrestabile

    Ne abbiamo già parlato in un nostro articolo di poche settimane fa, ma l’argomento continua ad interessarci ed in più ci si mettono anche le aziende produttrici di ceramiche per rivestimenti a sfornare idee a getto continuo!
    Avevamo descritto il comportamento delle piastrelle che decidono di imitare altri materiali, con una serie di tecniche che vengono definite crossdressing: gli ultimi tempi hanno visto una inarrestabile crescita di tecniche di imitazione della pietra allo scopo di ottenere pavimenti e rivestimenti di volta in volta rugosi, scolpiti, in alcuni casi tridimensionali!

    Quello che viene definito effetto pietra, o Stone Effect per gli anglofoni, è sempre il risultato di accurate lavorazioni che riscoprono e rivalutano un materiale che da sempre fa parte della storia del costruire e dell’abitare, ma oggi è anche la tecnologia a permettere dettagli una volta impensabili da riprodurre sulla ceramica.
    Non si tratta mai di banali stampe ma di tecniche che riproducono anche al tatto una texture fatta di imperfezioni, rilievi, venature, il tutto sia nei toni più chiari e naturali sia nei grigi più intensi per finire all’antracite come quella di una roccia lavica.

    L’interior design nel suo insieme ha ricevuto un’iniezione di linfa vitale da effetti scenografici inediti come questi, perché le piastrelle irregolari e mai una uguale all’altra assicurano giochi di pieni-vuoti e di luci-ombre potenzialmente infiniti, tali da renderle assolute protagoniste della casa.
    Sono anche le infinite opportunità di abbinamenti a rendere il Crossdressing così unico ed eclettico: ce lo hanno spiegato nei dettagli presso lo showroom De Rosa, un rivenditore specializzato in pavimenti e rivestimenti e con una vastissima esposizione di gres porcellanato a Napoli. Ci hanno ad esempio illustrato le caratteristiche della splendida collezione ONE di Ceramiche Caesar, piastrelle che riescono a coniugare i toni caldi del cotto con la contemporaneità del cemento con un risultato finale elegante e naturale. Le 6 diverse tonalità che compongono la collezione con effetto cotto-cemento sanno fondere una sensazione vintage con la più attuale modernità architettonica, rivelandosi adatte non solo agli spazi residenziali ed abitativi ma anche per quelli commerciali.

    Per tornare però alla pietra di cui parlavamo in apertura, si pensi poi al duplice possibile abbinamento: quello tradizionale in associazione con il legno costituisce un match del tutto originale in grado di rendere intimo, caldo ed accogliente qualsiasi ambiente; quello più moderno che si affianca alle resine o addirittura al cemento è invece l’ideale per gli amanti di uno stile metropolitano, dal gusto industrial.

    Irregolarità, senso di profondità, dinamismo tramutano i rivestimenti in componenti di arredo di natura quasi scultorea!

    Condividi su:
  • ,

    Una esperienza di arredo di nome Arketipo

    Fidatevi di noi: Arketipo Firenze è la migliore sintesi che conosciamo tra l’alta tecnologia applicata agli arredi e la migliore tradizione artigianale italiana, fatta di rigorosa applicazione dei criteri di manifattura che meglio incarnano la maestria sartoriale Made in Italy.

    I prodotti Arketipo nascono per accontentare un pubblico di riferimento quanto mai trasversale ed al tempo stesso esigente, e si sono rivelati perfettamente in grado di creare tendenze nell’interior design diventando un punto di riferimento.
    Il core business aziendale è rappresentato dai divani imbottiti dal design unico e che esprimono tutto il meglio della tradizione manifatturiera fiorentina, ma da tempo sono stati affiancati anche da complementi di arredo che reggono il confronto in maniera sublime e corredano la zona living con progetti ed idee molto ricercati.

    Il mix di materiali di eccellenza è rappresentato dal divano Auto-Reverse su design di Giuseppe Viganò, un imbottito poliedrico e dallo stile deciso e solo apparentemente “disordinato”, con una struttura minimal e quasi impercettibile alla vista.
    La seduta è un trionfo di morbidezza ma anche di sensazioni visive e tattili che comunicano un senso di qualità con il doppio rivestimento, in pelle ed in tessuto.
    Auto-Reverse è un divano discreto nelle linee e curato fin nei più piccoli dettagli, ed al suo rigore si associa come in un gemellaggio perfetto la particolare geometria dei tavolini Stijl, anch’essi progettati da Giuseppe Viganò usando materiali eterogenei quali legno, cristallo, cemento. La sezione quadrata delle gambe richiama quelle del divano, e le forme diverse dei rettangoli che compongono il piano d’appoggio contribuiscono al dinamismo del suo impatto visivo.

    Un salotto così arredato esprime vita attraverso le forme, in piena continuità con la mission che Lorenzo Cattelan ha impostato per Arketipo Firenze.

    Condividi su:
  • , ,

    Multicolor esuberante, oppure un black&white minimal? Disegna la tua zona living!

    Quando devi arredare i tuoi spazi, hai davanti a te una prima fondamentale selezione, dato per assunto che lo stile del tuo appartamento sia moderno o addirittura contemporaneo.
    Vuoi una policroma esplosione di colori, mescolando tra loro pezzi di interior design che abbiano toni affini da accostare ma il cui risultato finale presenti un ambiente fresco e gioioso proprio perché così multicolore?
    Oppure ami la sobrietà dei contrasti tra le varie gradazioni di bianco e nero e non puoi fare a meno di esprimere la tua indole minimal nel rapporto di questi due colori che sebbene agli opposti sono da sempre simbolo di perfetta simbiosi?
    Qualunque sia la tua predisposizione, puoi stare tranquillo perché hai l’imbarazzo della scelta: sia tra i designer che tra gli “artefici”, ossia le aziende che traducono in oggetti concreti le idee che nascono su carta, non mancano mai gli spunti per accontentare gli uni come gli altri!

    Arredo multicolor

    Ed allora, il tuo spazio living può diventare un caleidoscopio in pochi semplici passi: regalati tutta l’energia del colore con l’audace progetto Color Fall, design di Garth Roberts per Casamania; un progetto di libreria talmente sfrontato nell’eterogeneità delle sue tinte che è impossibile non trovarlo attraente! E poi, il tuo gioco cromatico prosegue a grandi passi con l’accostamento del tavolino Labirinto di Natuzzi, un pezzo di arredo che Claudio Bellini ha voluto proprio così, senza mezzi termini, dalle mille facciate in vetro colorato ma squadrato e geometrico ed in tonalità uniche.

    E per chi volesse proprio una esplosione di colori in grado di rievocare ambientazioni esotiche, ecco Tropicalia: un accostamento per nulla azzardato se la scelta dell’arredo è votata ad una policromia tout-court, un progetto del catalogo Moroso su design di Patricia Urquiola. La rigida struttura in tubolare di acciaio ha subito un vero processo di make-up creativo che lo ha travestito con intensi colori, quelli del cordoncino in plastica intrecciata, un’idea che sa essere raffinata nella sua estrosità!

    Ci sembra però doveroso, in un simile ambiente, stemperare tutto con un pavimento dai toni naturali, caldi ed uniformi.

    Arredo minimal

    Lasciamo invece spazio alla seconda schiera, quella dei “minimal“, gli amanti di un arredo sobrio ed armonioso che vogliano ricreare l’eterna contrapposizione tra bianco e nero: amplificare spazi un po’ angusti, ad esempio, è possibile solo illuminandoli quasi a giorno con un trionfo di bianco, il più possibile lucido, per le pareti. E poi aprite il catalogo Cattelan, dove ad attendervi c’è il progetto di libreria componibile Wally firmato da Philip Jackson. Ciascun modulo può sostenere un peso massimo di 60 kg perché è realizzato in robusto MDF ed è quindi l’idea giusta per chi ha una ricca collezione di libri da esporre.
    Cattelan propone di assemblarli in toni Graphite oppure Oyster, ma noi in omaggio ad un design “manicheista” la sceglieremo bianco laccato oppure nero.

    Per proseguire su linee di design pulite ed essenziali, non potrete che affiancare a questa libreria un divano come Big Bob di Antonio Citterio: Flexform ha realizzato tutta la morbidezza di questo vero classico, un divano anch’esso componibile per cui adattabile ad ogni spazio, con una robusta struttura in legno e metallo e cuscini accoglienti. Un relax totale ti attende, accompagnato da una calda tazza di tè che potrai tenere poggiata su Vicino, il tavolino dai ripiani mobili che Molteni ha realizzato in acciaio su design di Foster&Partners. De tutto minimal nel suo aspetto, nasconde un sofisticato e funzionale meccanismo per la rotazione e traslazione dei suoi piani di appoggio.

     

    Qualsiasi stile tu abbia in mente per la tua zona living, siamo certi di averti dato tante ottime idee di partenza: l’interior design è per
    sua stessa natura una fucina di soluzioni tutte intriganti, ed il massimo piacere è proprio passarle in rassegna prima di prendere la decisione finale!

    Condividi su:
  • , , ,

    L’estetica nordica è destinata a piacere per sempre

    Qualche esempio di design essenziale ma per nulla banale!

     Il legno chiaro, chiarissimo, oppure in rare circostanze ai suoi esatti opposti, in tonalità scurissime, sono alcune delle prerogative che balzano immediatamente agli occhi quando la fattura di un complemento di arredo o di un oggetto di design è di origine scandinava. Subito dopo si nota come le linee che costituiscono questi progetti siano estremamente pulite e prive di virtuosismi, quasi a voler esaltare la purezza del mobilio che deve essere sempre discreto ed arredare con il massimo risultato in termini di funzionalità ma con il minimo sforzo, senza per questo risultare “trascurato”.

    I must di questo tipo di stile prevedono quasi sempre pareti dipinte in tonalità di grigio, ed un mobilio come detto in colori neutri ma non per questo insignificanti, anzi: sono le linee e la corretta ripartizione degli spazi, sfruttati in maniera oculata, a rendere questi spazi sempre interessanti.

    Il design di matrice scandinava è diventato, vuoi per ragioni di convenienza che di praticità, immancabile un po’ ovunque, ma anche grandi marchi nostrani ne hanno ripreso gli stilemi presentando nelle loro collezioni oggetti di arredo di innegabile fascino.
    Pensiamo ad esempio a Calligaris ed alla sua sedia Claire, con una solida seduta in robusto legno di frassino, un’ampia ed avvolgente spalliera ed un comodo sedile, entrambi imbottiti. La sua sagoma è già diventata un’icona di design, mentre le imbottiture possono essere rivestite in tessuto di cotone, lino oppure viscosa in un’ampia gamma di tonalità con “grana” anche abbastanza grossa; i più pretenziosi, però, di certo oseranno il pregiato e morbido rivestimento in pelle!

    È invece di Riflessi la madia Ola, un oggetto di arredo contemporaneo dal carattere forte ed inconfondibile. Questo mobile contenitore in grado di risolvere molteplici problemi di spazio si presenta infatti con una speciale lavorazione sulle ante frontali e sui fianchi, un motivo ondulato che contribuisce a creare dinamicità, quasi volesse essere una scultura.
    Disponibile in diverse versioni (a due o tre ante, più alta o più bassa), il suo progetto prevede elevata resistenza alla flessione dell’elemento superiore, anche grazie all’armatura interna in metallo perfettamente integrata dal punto di vista cromatico perché sottoposta alla stessa laccatura degli esterni.

    Due semplici esempi di come l’applicazione delle più moderne tecnologie a progetti essenziali riesca ad ottenere risultati sorprendenti e versatili, perché ben si collocano in qualsiasi tipo di ambientazione!

    Condividi su:
  • Dimorestudio: il retrò come architettura di moda

    Via Solferino 11, Milano, nel quartiere Brera. Forse questo indirizzo, posto semplicemente in questi termini, non vi suggerisce nulla, ma è la sede di uno degli studi italiani di interior design più acclamati del momento.

    Si tratta di Dimorestudio, fondato 11 anni fa da Britt Moran ed Emiliano Salci, i quali inizialmente operavano “in casa” dopo averla trasformata anche in galleria all’interno della quale esponevano i loro lavori e la loro filosofia del design, che affonda le radici nel periodo che va dagli anni ’30 agli anni ’50; ma gli accostavano pezzi della loro collezione personale, incluse opere firmate Fornasetti o Giò Ponti, in un continuo e dinamico gioco di contrasti e rimandi che permetteva il “dialogo” tra questi elementi.
    Il loro vocabolario del design è fatto di colori intensi e patinati, tessuti o materiali che non ti aspetti, superfici che sembrano antiche e polverose su cui spiccano composizioni sofisticate.

    Il design è per Dimorestudio uno strumento che deve suscitare emozioni e stimolare la riflessione, ed entrambe devono essere sempre diverse muovendosi tra nostalgia, sorpresa, gioia, in un viaggio fatto di colori morbidi e del largo uso dei metalli.
    Ogni progetto è studiato per essere riconoscibile e per far vivere oggetti creati dai grandi Maestri del design accanto ad altri appositamente disegnati, al punto da rendere difficile distinguere ciò che è storico da ciò che è appena stato creato. È un’alchimia che gioca volutamente con il recupero e che attribuisce ad ogni oggetto, anche al più impensabile, eleganza espressiva, nel momento stesso in cui diventa dettaglio di un quadro d’insieme.

    È innegabile che queste proposte navighino apertamente in un mare fatto di ricordi e di malinconia, per costruire una casa viva ed in continuo mutamento che riesce a muoversi, con le loro interpretazioni, tra l’architettura e la moda.
    Il filo conduttore è innegabilmente costituito da una marcata estetica retrò, ma le incredibili capacità di questo duo di contestualizzare ed adattare qualsiasi oggetto allo stile di vita contemporaneo sono la chiave che ne ha decretato l’inarrestabile successo.

    Condividi su:
  • ,

    Lavorare nel living tra pezzi storici di design

    Una delle ultime tendenze della modern way of living sembra essere diventata quella di creare a casa spazi multifunzione, ampie aree da dedicare al gioco ed al relax ma che sappiano essere poliedriche e fungere altrettanto bene da zona studio e lavoro.

    Questa sorta di istinto ludico viene assecondato da idee di interior design che ben si prestano a riempire e “colorare” ambienti del genere: si pensi all’enorme tavolo Dan di Bulo Love Work, pensato per il co-working, può essere sfruttato anche per pranzi dai numerosi invitati… e sa trasformarsi in un divertentissimo tavolo da ping pong!

     

    Anche Cattelan sa metterci del suo, proponendo una scrivania oversize come Batik in materiali pregiati e dall’ampiezza perfetta per chi ama portarsi a casa il lavoro. Magari, comodamente seduti su una poltroncina come Hati, che Lema produce su design di Piero Lissoni con rivestimenti in tessuto per una seduta calda e confortevole e con una robusta struttura in frassino, e le cui linee ben si integrano sposando qualsiasi contesto di arredo.

    Pensate non ci sia spazio per libri, fascicoli, raccoglitori? Sbagliate, perché Molteni ha rieditato la libreria “no age” di Giò Ponti dal nome in codice D.357.1
    Ci credereste che il progetto originario risale alla metà degli anni 50? Noi non stentiamo a farlo perché sappiamo quanto sia stato “veggente” un maestro come Ponti, ma questa combinazione perfetta tra piani orizzontali, piani divisori e spalle a creare spazi tra di loro comunicanti e del tutto eterogenei non smette mai di affascinarci!

    Condividi su:
  • ,

    La passione ed il gusto per il bello nella dinastia Meritalia

    Il prossimo anno festeggerà i 30 anni di attività Meritalia, il marchio e l’azienda che Giulio Meroni ha fortemente voluto e saputo imporre all’attenzione generale con il suo fervore imprenditoriale.
    La sua tenacia gli ha permesso di vincere la scommessa dichiarata, quella di trasformare idee di design spesso estreme in prodotti finiti capaci di attirare consensi e – ovviamente – fatturato e vendite. Molte, molte vendite.
    Anche all’estero, dove viene particolarmente apprezzato lo sforzo dell’azienda brianzola di produrre tutto da sé, un vero campione di Made in Italy al 100%.

    La sezione primaria è quella degli imbottiti, che beneficia delle lavorazioni delle due divisioni (Me.Me e Me.Le) che si dedicano a metalli e legno. Ciò significa che l’intera componentistica dei divani Meritalia ha provenienza certa e certificata, e clienti quali grandi uffici, ristoranti, alberghi sanno di affidarsi per i loro arredi di pregio a prodotti di ultima generazione, e non solo per il design sempre moderno ma per la stessa qualità compositiva improntata all’alta tecnologia di un gruppo industriale modello.
    Già, perché non va trascurato che è proprio il settore dell’arredo contract quello in cui Meritalia eccelle, con addirittura un’apprezzatissima nicchia dedicata allo yacht design, ma sa far sentire, e bene, la sua voce anche nel comparto casa grazie ad un servizio a 360° che non si occupa dei soli arredi ma anche delle finiture: un plus riservato ad un pubblico molto esigente per progetti esclusivi ed abitazioni di prestigio.

    Oggi Meritalia può essere definita a tutti gli effetti una “dinasty” italiana, dal momento che alla scomparsa di Giulio nel 2013 le redini aziendali sono passate alla moglie e soprattutto ai figli. Francesca, responsabile comunicazione ed Art Director di Meritalia, sente la responsabilità di dover conciliare l’attività di maestri del design quali Mario Pesce o Karim Rashid, per citare un paio di grandi nomi che collaborano con Meritalia, con le nuove leve, i giovani talenti, quelli che portano ventate di novità in una collezione che sa ancora viaggiare a vele spiegate con pezzi quali il divano Michetta (del 2005) o Giulio, datato addirittura 1987 e firmato Tobia Scarpa.

    In catalogo oltre 100 oggetti di design, tra imbottiti e complementi per la zona giorno quali tavoli, sedie, librerie, per un marchio che con i suoi pezzi firmati e la grande passione per la “produzione del bello” riesce ad esportare per il 70% del suo fatturato: una passione che è la vera eredità di Giulio Meroni, il suo lascito alla famiglia ed al comparto dell’arredamento in Italia.

    Meroni e il divano Giulio (Design 1987 by Tobia Scarpa)

     

    Condividi su:
  • ,

    Le casse acustiche da salotto che… orbitano!

    Se qualcuno prendesse un satellite artificiale di quelli vecchio stampo, o simile a qualche manufatto che sembri uscito direttamente dal set di 2001 Odissea nello spazio per metterlo nel vostro salotto, pensereste come minimo ad uno scherzo!

    I cugini Nicolas e Cédric Hervet invece vorrebbero farlo sul serio, e lo dimostra il progetto di tech design Le Satellite, diventato realtà nel loro studio di design Hervet Manufacturier.
    Lo studio è un laboratorio votato ad un interior design che si può definire “di nicchia“, perché i due cugini creano al suo interno solo pezzi a tiratura limitatissima, per essere certi di usare solo materiali eccellenti ed una mano d’opera impeccabile.
    La grande distribuzione non è nelle loro corde, i loro pezzi di arredamento sono eccentrici e mescolano la nostalgia per il passato con geometrie futuriste, senza soluzione di continuità.

    Le Satellite, per l’appunto, combina una base in acciaio quasi in stile sixties con la struttura in pregiatissimo ebano, al cui interno è “incastonato” un hi-fi ultra tecnologico della Bose.
    Sono casse da salotto che probabilmente non vedremo mai in nessuna casa, ma ammirandole in foto riusciamo ad immaginare cinema e musica a braccetto fluttuare in orbita!

    Condividi su:
  • , ,

    L’arte di fingere è la nuova tendenza delle ceramiche

    Blendart di Ceramica Sant’Agostino

    Che cosa succede quando una piastrella si mette in testa di imitare il legno? Molto dipende dalla qualità dei materiali utilizzati, e da quanto avanzata è la tecnologia di produzione: i marchi più prestigiosi ed affermati riescono infatti a riprodurre fedelmente nodi e venature, ed a riproporre le sfumature e le matericità dei legni masselli, sia nei toni più chiari che in quelli più intensi e caldi.
    Ruvide ed allungate esattamente come i classici listoni, le piastrelle in gres porcellanato hanno da alcuni anni conquistato uno spazio di rilievo tra le proposte per i rivestimenti, rivelandosi splendidi elementi di interior design.

    L’effetto legno ha riscosso talmente tanto successo da meritarsi addirittura delle “versioni 2.0”, con interpretazioni ancora differenti che adesso vanno a simulare il legno vissuto ed invecchiato, come se il pavimento fosse composto da travi consumate, scolorite, che hanno una lunga vita alle spalle… ed ogni listone fa storia a sé, i pattern che le migliori aziende riescono a concepire sono talmente tanti che è impossibile accostarne due uguali!
    Con questo tipo di lavorazioni diventa d’obbligo considerare la piastrella una componente fondante dell’interior design, complemento d’arredo a tutti gli effetti in grado di raccontare la personalità di chi abita la casa.

    E gli altri materiali?

    Vintage di ItalianGres

    Simulare sembra essere diventata la priorità per tantissime altre varianti di piastrelle, grazie al progredire delle tecnologie produttive: una simile peculiarità sta favorendo anche la contaminazione degli stili, che mescolano colori e motivi.
    Persino lo stile industrial sta vivendo una nuova giovinezza, grazie ai gres effetto cemento che sempre più spesso trovano applicazione anche in ambientazioni più classiche.

    Timeless di Marazzi

    Che simulino il legno come il cemento o la pietra grezza, le piastrelle prodotte in quella che è l’alta scuola italiana in questo settore stanno inoltre riscuotendo successo in ambienti che prima sembrava quasi “sacrilego” deturpare con materiali che sanno così tanto di vissuto, come nel caso del bagno o della cucina.

    Condividi su:
  • ,

    Fjord di Doimo Cucine ha la ricetta per piacere a tutti!

    Quelle firmate da Doimo Cucine sono proposte in grado di accontentare tutti: cucine di design e componibili, che sanno essere contemporanee ed eleganti e dove necessario riescono anche a soddisfare il desiderio di uno stile minimal, ma al tempo stesso quello di maggior colore.

    Questo perché Doimo interpreta fino in fondo il suo payoff “Kitchens for us“: sono cucine che nascono con l’intento di esprimere le emozioni e gli attimi di vita di chi, per l’appunto, ci deve “vivere dentro”, con lo stile attuale che deve possedere il cuore della casa e con una forte strategia di radicamento sul territorio.
    Già, perché le cucine Doimo sono 100% Made in Italy, secondo una storica tradizione nella lavorazione del legno di stampo artigianale che affonda le sue radici nella manifattura veneta, e nel buon gusto tutto italiano per il design.

    Entriamo nel dettaglio di una cucina del suo catalogo per comprendere a pieno di cosa stiamo parlando: Fjord è la cucina che nasce con il preciso intento di saper accontentare tutti, e di poter essere “indossata”, come un capo di alta sartoria, su misura dalla propria personalità. In fase di scelta compositiva la si può customizzare con giochi di pieni e vuoti, dosando gli spazi ma anche i colori, le texture, le finiture. Si può decidere il numero dei pensili e miscelarli nelle tonalità, per ottenere una cucina che sa anche avere un forte sapore vintage direttamente dagli anni ’60.
    La praticità delle basi sospese non ottiene solo lo scopo di alleggerire le forme e la composizione nel suo insieme, ma si manifesta in tutta la sua funzionalità quando ci si rende conto delle pulizie agevolate.
    Quanto a funzionale praticità, poi, impossibile non menzionare il tavolo che si può incastrare come piano d’appoggio aggiuntivo nel blocco operativo: del resto, Fjord è funzionale anche nella distribuzione e separazione delle diverse aree, in virtù tra l’altro dei mobili free-standing, e si inserisce alla grande in un open space perché è in grado di passare gradualmente all’area living con il suo stile agile e lo spirito elegante.

    Come ovvio, Fjord può anche essere realizzata nella configurazione lineare ” a nicchia”, con vani a giorno in metallo che riescono ad alleggerire la composizione ed al tempo stesso a movimentarla.
    I laminati che rivestono le ante di Fjord sono infine proposti in infinite varianti e finiture, per tener fede al suo spirito così giovane, ed al classico effetto legno aggiungono quelle “effetto tessuto” o con microdisegni ripetuti in originalissimi pattern.

    Con Fjord, Doimo ha tenuto fede alla sua mission del “fare bene cucine“, offrendo un prodotto duraturo e robusto e che rispecchia tutte le aspettative di chi deve abitare in un ambiente che è il fulcro della casa, esprimendo uno stile di vita ben preciso: quello di chi ne sceglierà i componenti!

    Condividi su:
  • , , ,

    Elogio del legno, il più intelligente dei materiali

    Usare il legno è già di per sé un’attività intelligente“. Questa frase appartiene a Renzo Piano, e spiega perfettamente il pensiero del grande architetto italiano.

    Il concetto è stato espresso a margine della presentazione di un suo progetto, il quartiere ecosostenibile di Trento rinominato “Le Albere“. Non poteva che essere così, trattandosi di una riqualificazione ambientale dell’ex area Michelin: Piano ha proseguito spiegando che usare il legno è intelligente perché proviene da fonti rinnovabili, perché è riciclabile e perché la terra va difesa anche dagli architetti nella loro scelta dei materiali.

    Come dargli torto? Il legno, qualsiasi provenienza abbia, è il materiale più longevo e pregiato con il quale lavorare, perché stimola la fantasia, è plasmabile a piacimento, è caldo, e può essere riutilizzato quanto si vuole. Sa stimolare i sensi, spinge ad accarezzarlo ed è fonte di ispirazione per qualsiasi architetto o designer.
    Immaginate di sedervi o sdraiarvi su una panca interamente in legno: è scomoda, è dura, starete pensando!

    Non è dello stesso avviso Adam Friedman, un creativo arredatore di Los Angeles che ha ideato la Sitskie Block Bench, una panca composta da 450 listelli in quercia, uno accanto all’altro, che si muovono lentamente ed abbracciano il corpo in maniera flessuosa quasi come se fossero foam.

    L’idea, che prende il nome di The Block System, interamente realizzata a mano e che fa dolcemente affondare il corpo senza per questo far mancare il dovuto sostegno alla schiena, ed è incredibile quanto sia comoda!
    Naturalmente lo stesso sistema è stato poi applicato anche ad altri tipi di sedute e chaise longue da questa derivate, a creare una collezione unica nel suo genere che gioca con il legno e costruisce con esso delle autentiche isole di relax!

    Condividi su:
  • , ,

    Con le cucine Schiffini l’Italian Design è ai suoi vertici

    Non si può sempre e soltanto parlare di arredamento “accessibile” a tutti o quasi, e dei marchi cosiddetti più commerciali (senza voler minimamente usare questo termine con un’accezione negativa). Ogni tanto è necessario, per un vero e sincero amante del bel design, fare un salto più in alto e gettare lo sguardo anche su aziende che – con un paragone che viene dal mondo delle automobili – potrebbero definirsi Premium.

    Una di queste è Schiffini, un’azienda che nel settore delle cucine componibili potrebbe essere definita “di nicchia”. Questo perché i suoi prodotti, sin dal 1950, data in cui l’impresa si è definitivamente specializzata nelle cucine componibili, e proseguendo poi con l’attività degli anni ’60, nascono per essere esponenti veraci del cosiddetto “Italian Design“, avvalendosi della collaborazione con alcuni dei più affermati architetti e designers.

    Le intuizioni presenti nei modelli di cucine Schiffini sono in moltissimi casi estremamente contemporanee ancor oggi, mentre i modelli del terzo millennio si rivelano essere il trionfo della filosofia Schiffini: estrema cura dei dettagli e naturalmente un’attenzione del tutto maniacale riservata all’impronta del design; finiture curatissime, manifattura senza confronti, scelta ed uso appropriato solo dei migliori materiali.
    Sono questi gli imprescindibili valori di Schiffini validi ancora oggi come 80 anni fa, per proporre cucine che non siano solo sinonimo di bellezza, ma che sappiano durare nel tempo ed essere funzionali in ogni componente, dal più piccolo al più grande.
    Le caratteristiche di ogni progetto Schiffini sono riassumibili nel decalogo delle qualità stilato dai laboratori, dove in particolare risaltano l’assenza assoluta di truciolari, la cura per la resistenza e la precisione degli incastri, la massima praticità d’uso.

    Approfondiamo uno speciale modello Schiffini, la cucina Mesa, che nasce da un’idea di Alfredo Häberli la cui visione di cucina è del tutto distante dalle forme tradizionali e spesso anonime. La cornice di Mesa ed i suoi contorni assumono tutti i connotati di un laboratorio, un ambiente nel quale vivere, essere operosi e sperimentare.
    Con le linee e le funzionalità di Mesa, la cucina diventa la vera anima pulsante della casa!

    Condividi su: