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    Nell’Hangar Bicocca l’arte trova terreno fertile

    Milano è stata nei decenni importantissima sede per i movimenti artistici di avanguardia comprendenti tutte le forme figurative, basti pensare allo spazialismo di Lucio Fontana, il quale incredibilmente non ha un luogo espositivo in città univocamente dedicato alle sue opere.

    Sotto questo aspetto Roma, con il suo grande Museo di Arte Contemporanea, si pone ancora alcuni passi avanti rispetto al capoluogo lombardo, tuttavia esistono delle installazioni a Milano che fanno ben sperare in prospettiva futura.
    Una di queste è l’Hangar Bicocca, ricavato all’interno delle ex officine della Ansaldo Breda tramite un processo di conversione finanziato in parte anche dalla Pirelli.

    L’Hangar, realizzato nel 2004, si propone come luogo dedicato alla produzione e promozione dell’arte contemporanea e si fregia di una installazione del tutto fuori dal comune, chiamata “Le Sette Torri Celesti“.
    Il numero 7 è importantissimo nella mistica e nella cultura ebraica, alla quale l’autore Anselm Kiefer si è ispirato per un’opera che vuole rappresentare un simbolico viaggio di iniziazione spirituale.
    Queste torri, altre tra i 14 ed i 18 metri, riportano volutamente i segni di un luogo violentemente disastrato essendo state messe in piedi utilizzando elementi residuali.

    All’interno dell’Hangar, vero spazio di interscambio culturale e sociale, sono presenti, oltre ad un immancabile bistrot, numerosi laboratori ed un’area polifunzionale i cui lodevoli fini culturali possono guidare ad interessanti riflessioni su tutte le tematiche architettoniche suggerite.

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    Lo stile Iosa Ghini in Mostra a Milano

    La Triennale di Milano ospita fino al 1° maggio una mostra che omaggia Massimo Iosa Ghini, architetto di spiccato eclettismo, con una selezione di opere che ripercorrono tutti i 30 anni della sua attività.
    Elemento caratteristico della mostra, e quindi di tutto l’operato del designer, è il segno, anzi il disegno: tutte le sue opere infatti sono sempre partite su carta ed in due dimensioni, sviluppandosi poi sullo scenario del reale.

    Sono così presenti tantissimi dei suoi esercizi manuali su carta a partire da quelli degli esordi fino a quelli più maturi che hanno contribuito a creare lo stile “Iosa Ghini“, messo poi in pratica da aziende come Moroso.
    Il suo excursus si è evoluto negli anni con i lavori più disparati che hanno interessato aziende dai settori di attività anche molto distanti, come Ferrari, Superga, IBM, ed in questo percorso cronologico si finisce con l’ammirare le opere della sezione “Sostenibile ma bello” in cui sono raccolti lavori innovativi, di stile prettamente italiano, e caratterizzati da una profonda sostenibilità ambientale.

    Non manca un impianto multimediale tramite il quale con filmati d’epoca vengono rievocate le scenografie che Iosa Ghini ha realizzato per popolari trasmissioni RAI.
    Nel nostro piccolo abbiamo deciso di omaggiare l’architetto con una sintesi dei suoi lavori più noti, che trovate in questa gallery.

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    Il design dei locali notturni in un libro Taschen

    Oggi vi parliamo di un libro pubblicato da Taschen, casa editrice ben nota a chiunque si interessi di arti figurative come pittura, cinema ma anche architettura e design naturalmente. Grazie ad Eat Shop Drink di Philip Jodidio scopriamo quindi i più raffinati locali del mondo, scelti in tutti i 5 continenti tra ristoranti, discoteche, bar ed anche nightclub: tutti luoghi famosi non tanto, o non solo, per le pietanze ed i drink che vengono serviti, ma per i loro arredamenti e gli speciali allestimenti diventati delle icone.

    Il primo a colpirci sfogliando il libro, e non poteva essere altrimenti per noi appassionati di cinema, è stato il nightblub Silencio a Parigi, quello creato da David Lynch per il suo capolavoro del 2001 Mulholland Drive, che spicca per le contaminazioni tra arte, architettura e appunto cinema.
    Altri luoghi che ci hanno impressionato sono il Logomo Cafè di Turku, in Finlandia, per l’estremizzazione del concetto di minimalismo espresso da Tobias Rehberger, o il ristorante Oiticica in Brasile, incastonato in un orto botanico che ne costituisce il paesaggio circostante mentre accanto si trova una galleria di arte contemporanea.

    Una menzione a parte la merita la boutique di Louis Vuitton a Londra, concepita da Peter Marino come un autentico museo di arte contemporanea.
    Il libro è già sugli scaffali delle migliori librerie al prezzo di 29,90 euro: se avete un amico appassionato di design, vi abbiamo fornito con un certo anticipo un’idea per un regalo natalizio!

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    Un Palazzo di Luce con vista su Venezia

    L’Expo di Milano del 2015 è un evento che porterà nel capoluogo lombardo, ma senza dubbio anche nell’intera penisola, un considerevole afflusso di visitatori e un grande interesse a livello planetario.
    L’esempio di questi benefici è dato dal Palais Lumière, quello che, a firma Pierre Cardin, andrà ad arricchire e rivalutare la zona di Marghera con vista sulla laguna della più bella città al mondo: Venezia.

    Il progetto è ambizioso, perchè si tratterà di una autentica scultura abitabile in perfetta sintonia con la filosofia dello stilista il quale ha sempre privilegiato il criterio dell’utilità pratica nelle sue creazioni.
    Il Palazzo di luce, costituito da tre torri connesse tra di loro (la più alta misurerà 255 metri) avrà la forma di un bouquet di fiori legato insieme da 6 dischi di interconnessione, come se fossero i nastri che tengono uniti i fiori, mentre i materiali in cui sarà realizzato il complesso polifunzionale, il quale avrà anche il merito di riqualificare e bonificare la zona per un’area pari a 19 ettari, sono come lecito aspettarsi i più moderni ma soprattutto luminosi, con il trionfo del vetro.
    La struttura ospiterà hotel e ristoranti ma non solo, perchè troveranno spazio anche sale congressi, palestre, attività commerciali e spazi residenziali, e sarà ad impatto zero perchè sfrutterà le energie naturali: fotovoltaico, eolico e geotermico saranno integrati al suo interno e combinati.

    Il placet definitivo al progetto arriverà entro la fine dell’anno, ed i lavori avranno inizio nelle prime settimane del 2013, in tempo per l’Expo di Milano.

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    Una nuova collana dedicata alle Capitali dell’Architettura

    Hachette: un nome che tante volte abbiamo ascoltato dalla TV, e che mentalmente associamo facilmente alla pubblicazione di opere a fascicoli spesso collegate anche al collezionismo di miniature o piccoli manufatti, come modellini o statuine.
    Adesso la casa editrice, in collaborazione con Il Sole 24 ore, che da sempre appoggia iniziative culturali, ha ideato una raccolta pensata apposta per noi amanti del design e dell’architettura.

    L’opera si intitola “Le Capitali dell’Architettura Contemporanea“, una collana di volumi monografici dedicati alle città che maggiormente affascinano per la ricchezza del loro design, e per la storia delle loro architetture firmate da maestri quali Renzo Piano o Santiago Calatrava.
    Ciascun volume è naturalmente arricchito da un corredo iconografico di grande spessore e da una mappa dettagliata per localizzare le posizioni di quanto viene descritto nei testi tutti originali.
    Piazze, musei, i principali edifici, tutto ciò che maggiormente è entrato nell’immaginario collettivo: sono tutte installazioni fissate nella nostra mente, e tutto trova il giusto spazio ed è inserito nel contesto urbano e storico. Ai volumi va ad aggiungersi anche una collezione di splendidi poster grande formato.

    La collana è partita con il volume dedicato alla Berlino dell’immediato dopo-Muro, e proseguirà con Londra, Dubai – vero cantiere ed infinita fonte di sorprese per gli amanti delle tecniche architettoniche contemporanee – e tante altre città simbolo, tra cui Tokyo, New York, Milano e Shangai.
    Qui nei nostri uffici stiamo da giorni sfogliando il primo volume ed abbiamo già fatto spazio, in una nostra libreria, per ospitare l’intera collana. E voi? Collezionerete i volumi? Attendiamo le vostre impressioni!

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