Gres porcellanato che gioca a fingere, una tendenza inarrestabile
Ne abbiamo già parlato in un nostro articolo di poche settimane fa, ma l’argomento continua ad interessarci ed in più ci si mettono anche le aziende produttrici di ceramiche per rivestimenti a sfornare idee a getto continuo!
Avevamo descritto il comportamento delle piastrelle che decidono di imitare altri materiali, con una serie di tecniche che vengono definite crossdressing: gli ultimi tempi hanno visto una inarrestabile crescita di tecniche di imitazione della pietra allo scopo di ottenere pavimenti e rivestimenti di volta in volta rugosi, scolpiti, in alcuni casi tridimensionali!
Quello che viene definito effetto pietra, o Stone Effect per gli anglofoni, è sempre il risultato di accurate lavorazioni che riscoprono e rivalutano un materiale che da sempre fa parte della storia del costruire e dell’abitare, ma oggi è anche la tecnologia a permettere dettagli una volta impensabili da riprodurre sulla ceramica.
Non si tratta mai di banali stampe ma di tecniche che riproducono anche al tatto una texture fatta di imperfezioni, rilievi, venature, il tutto sia nei toni più chiari e naturali sia nei grigi più intensi per finire all’antracite come quella di una roccia lavica.
L’interior design nel suo insieme ha ricevuto un’iniezione di linfa vitale da effetti scenografici inediti come questi, perché le piastrelle irregolari e mai una uguale all’altra assicurano giochi di pieni-vuoti e di luci-ombre potenzialmente infiniti, tali da renderle assolute protagoniste della casa.
Sono anche le infinite opportunità di abbinamenti a rendere il Crossdressing così unico ed eclettico: ce lo hanno spiegato nei dettagli presso lo showroom De Rosa, un rivenditore specializzato in pavimenti e rivestimenti e con una vastissima esposizione di gres porcellanato a Napoli. Ci hanno ad esempio illustrato le caratteristiche della splendida collezione ONE di Ceramiche Caesar, piastrelle che riescono a coniugare i toni caldi del cotto con la contemporaneità del cemento con un risultato finale elegante e naturale. Le 6 diverse tonalità che compongono la collezione con effetto cotto-cemento sanno fondere una sensazione vintage con la più attuale modernità architettonica, rivelandosi adatte non solo agli spazi residenziali ed abitativi ma anche per quelli commerciali.
Per tornare però alla pietra di cui parlavamo in apertura, si pensi poi al duplice possibile abbinamento: quello tradizionale in associazione con il legno costituisce un match del tutto originale in grado di rendere intimo, caldo ed accogliente qualsiasi ambiente; quello più moderno che si affianca alle resine o addirittura al cemento è invece l’ideale per gli amanti di uno stile metropolitano, dal gusto industrial.
Irregolarità, senso di profondità, dinamismo tramutano i rivestimenti in componenti di arredo di natura quasi scultorea!
Il nostro tributo a Zaha Hadid, la regina delle archistar
Il 2016 è stato un anno ricco di novità ed eventi per l’interior design, ma è stato contrassegnato anche da un triste evento: lo scorso marzo ci ha infatti lasciati Zaha Hadid, architetto, designer e progettista di origine irachena che è stata definita da molti “la donna che ha disegnato il futuro”.
La sua figura è un indelebile simbolo non solo dell’architettura e del design, ma della cultura contemporanea nel suo insieme: basti pensare che è stata la prima donna a ricevere il Premio Pritzker, e che la rivista Time l’ha inserita nel 2010 tra le 100 personalità più influenti al mondo.
La sua interpretazione dell’architettura è stata poliedrica e multiforme, in virtù delle sue idee molto poco convenzionali ed in aperta rivolta contro l’ortogonalità e gli schemi prefissati e precostituiti, che le derivavano dalla profonda convinzione che “l’architettura deve offrire piacere”: noi di NonSoloArredo non abbiamo mai nascosto la nostra predilezione per una filosofia più improntata al “Form Follows Function“, tuttavia nel caso di Zaha Hadid, per le emozioni che ha sempre suscitato e saputo comunicare con i suoi progetti, è doveroso fare un’eccezione.

Vitra Fire Station Germania
Per Zaha l’architettura è sempre stato un ambito nel quale proporre progetti innovativi e spettacolari, ricercando lo stupore, con pochissimi angoli retti e molte pareti oblique, come la Vitra Fire Station in Germania, oggi uno spazio espositivo, o il meraviglioso Aquatic Center progettato per le Olimpiadi di Londra del 2012.

London Aquatics Center
Questi sono solo due delle sue creazioni che hanno stupito il mondo, ma per il nostro omaggio alla donna che ha cambiato il modo di concepire lo spazio ci vogliamo dilungare sulla più importante delle due opere italiane, il MAXXI. Museo delle Arti del Ventunesimo Secolo. La sua realizzazione l’ha tenuta impegnata tra il 1999 ed il 2010, data dell’inaugurazione di questo campus urbano polifunzionale nel quartiere Flaminio di Roma che comprende un museo d’arte ed il primo museo italiano espressamente dedicato all’architettura. Il suo progetto è stato in grado di inserirsi ed integrarsi nel tessuto urbano circostante, ed è sbalorditivo per i suoi volumi monumentali ed innovativi.

Museo MAXXI, Quartiere Flaminio, Roma
Le idee di Zaha Hadid non sono state mai pura apparenza senza canoni, o manierismi di un architetto che ambisse solo andare contro corrente: ha rischiato con i suoi codici condivisi da ben pochi colleghi, ed ha vinto, lasciando indelebili tracce di sé ed una grande eredità fatta di segni forti a tutto il XXI secolo.
Una esperienza di arredo di nome Arketipo
Fidatevi di noi: Arketipo Firenze è la migliore sintesi che conosciamo tra l’alta tecnologia applicata agli arredi e la migliore tradizione artigianale italiana, fatta di rigorosa applicazione dei criteri di manifattura che meglio incarnano la maestria sartoriale Made in Italy.
I prodotti Arketipo nascono per accontentare un pubblico di riferimento quanto mai trasversale ed al tempo stesso esigente, e si sono rivelati perfettamente in grado di creare tendenze nell’interior design diventando un punto di riferimento.
Il core business aziendale è rappresentato dai divani imbottiti dal design unico e che esprimono tutto il meglio della tradizione manifatturiera fiorentina, ma da tempo sono stati affiancati anche da complementi di arredo che reggono il confronto in maniera sublime e corredano la zona living con progetti ed idee molto ricercati.
Il mix di materiali di eccellenza è rappresentato dal divano Auto-Reverse su design di Giuseppe Viganò, un imbottito poliedrico e dallo stile deciso e solo apparentemente “disordinato”, con una struttura minimal e quasi impercettibile alla vista.
La seduta è un trionfo di morbidezza ma anche di sensazioni visive e tattili che comunicano un senso di qualità con il doppio rivestimento, in pelle ed in tessuto.
Auto-Reverse è un divano discreto nelle linee e curato fin nei più piccoli dettagli, ed al suo rigore si associa come in un gemellaggio perfetto la particolare geometria dei tavolini Stijl, anch’essi progettati da Giuseppe Viganò usando materiali eterogenei quali legno, cristallo, cemento. La sezione quadrata delle gambe richiama quelle del divano, e le forme diverse dei rettangoli che compongono il piano d’appoggio contribuiscono al dinamismo del suo impatto visivo.
Un salotto così arredato esprime vita attraverso le forme, in piena continuità con la mission che Lorenzo Cattelan ha impostato per Arketipo Firenze.
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